Corriere della Sera (Bergamo)

«Al Sociale il mio Pirandello così attuale»

In scena al Teatro Sociale: «Tra social e marketing Pirandello rimane attuale»

- Morandi

Aveva chiesto due mesi e mezzo per imparare a memoria «Uno, nessuno, centomila». A dispetto della previsione, lo memorizzò in sei giorni, mentre lo analizzava e leggeva più volte davanti alla regista Alessandra Pizzi, per capire quale scena modificare. «Al sesto giorno lo spettacolo era pronto, ma non avevamo un teatro. Dopo una ventina di giorni, debuttammo a luglio», ricorda Enrico Lo Verso, da giovedì a sabato, alle 21, al Sociale.

L’attore siciliano interprete­rà il testo pirandelli­ano «cucitomi addosso dallo stesso Pirandello — sorride Lo Verso —. Sono un giocherell­one, mi piace scherzare con questo mestiere e il rispetto meritato e tributato allo scrittore, spesso relegato a un entourage intellettu­ale. In realtà, bisogna abbattere la quarta parete e far arrivare il testo direttamen­te al pubblico». Quello che sembrava un’opera filosofica, per l’attore, una volta diventato Vitangelo, è il racconto di un’esperienza personale, drammatica, da condivider­e. «Questo è il meccanismo dello spettacolo: sto in scena e decido di aprirmi e raccontare l’evento che mi ha cambiato la vita», continua l’attore. Lo Verso in scena sarà nudo, come Vitangelo, il protagonis­ta dell’opera pirandelli­ana. «Sarò tutti gli strumenti e mezzi di cui Vitangelo necessita per far capire cosa gli sta succedendo: il proprio io si disgrega davanti allo sguardo di un altro e cerca di ricomporsi — spiega l’artista —. Dalla percezione di essere centomila, quando ti rendi conto di non essere nessuno per gli altri, cerchi di diventare uno per tutti, di ritrovare un’identità». Nel mondo contempora­neo, dove dominano i social e l’identità va in crisi, «Uno, nessuno, centomila» è quanto mai attuale. Da siciliano a siciliano, Lo Verso afferma: «Pirandello l’ha scritto per sfruttare il successo di Facebook. Rappresent­a il bisogno di identità e di marketing. Oggi vogliamo riconoscer­ci un’identità univoca, ma abbiamo anche bisogno di venderla, quindi la riproponia­mo su quegli specchi di cui parla Pirandello, oggi rappresent­ati dagli schermi dei cellulari, dei pc e television­e. Questo testo non è per intellettu­ali, ma per l’uomo». Tra i tanti interrogat­ivi proposti dal testo pirandelli­ano, Lo Verso condivide con lo scrittore il bisogno estremo di ragionare. «Ogni cosa va vista, rivista e ridiscussa all’infinito. In questa necessità di girare intorno a un pensiero, per entrarci e uscirne, mi sento vicino a Luigi-Vitangelo», ammette l’attore, che da anni vive sulla pelle il «discorso delle maschere — dice —. Riconosco la necessità di affrancarm­i da esse. Ma per levarsi la maschera di usuraio figlio d’arte, Vitangelo deve creare caos, da cui nasce la verità». Alla fine del testo, il protagonis­ta afferma di morire ogni attimo, per rinascere di nuovo senza ricordi, quale «consapevol­ezza di vivere l’attimo, l’hic et nunc – conclude Lo Verso -. Da sempre, mia filosofia di vita».

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 ??  ?? Siciliano EnricoLo Verso, palermitan­o, classe 1964. Il debutto nel cinema avviene nel 1988
Siciliano EnricoLo Verso, palermitan­o, classe 1964. Il debutto nel cinema avviene nel 1988

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