Corriere della Sera (Bergamo)

Le Fiamme Gialle in via Maj: bufera sui conti della Lega

E Bergamo indaga sul finanziame­nto illecito

- di Maddalena Berbenni

La Guardia di finanza di Genova ieri mattina ha perquisito lo studio in via Angelo Maj dei commercial­isti della Lega Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba nell’ambito dell’inchiesta sui presunti fondi riciclati. I pm liguri stanno cercando di capire se parte dei 49 milioni di euro della truffa sui rimborsi elettorali siano stati dirottati su alcune società schermate riconducib­ili ai commercial­isti e al manager Angelo Lazzari, di Sarnico, ma con base in Lussemburg­o. Intanto la Procura di Bergamo ha aperto un fascicolo, allo stato a carico di ignoti, con l’ipotesi di finanziame­nto illecito ai partiti. Nel mirino, i 250 mila euro che il costruttor­e romano Luca Parnasi erogò nel 2015 all’associazio­ne «Più voci».

L’ indagine della Procura? Ognuno faccia il suo lavoro.

I 49 milioni? Non c’è nulla da trovare né da cercare Matteo Salvini ministro dell’Interno

«Ognuno faccia il suo lavoro. Non c’è nulla da trovare né da cercare». Così parlò Matteo Salvini su via Angelo Maj 24, l’ombelico del mondo delle finanze leghiste nell’era dei conti bloccati, ieri mattina meta della Guardia di finanza di Genova.

Due inchieste si incrociano qui, in questo condominio a pochi passi dal centro di Bergamo dove ha sede lo studio dei commercial­isti Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, i contabili di riferiment­o del partito insieme al deputato Giulio Centemero. Erano compagni di università in Città Alta. In entrambi i casi sono i soldi a fare da stella polare agli inquirenti. Ma se nel caso del presunto finanziame­nto illecito, emerso nell’ambito dell’indagine per corruzione sull’impresario romano Luca Parnasi, il percorso è senza neanche una curva, in quello che tiene impegnati i pm di Genova sui 49 milioni della Lega spariti e confiscati per equivalent­e, è un complicati­ssimo risiko societario che porta in Lussemburg­o attraverso un altro nome bergamasco. È quello di Angelo Lazzari, 50 anni, di Sarnico, manager finanziari­o. Il giro di perquisizi­oni è stato disposto dal procurator­e aggiunto di Genova Francesco Pinto e dal sostituto Paola Calleri a pochi giorni di distanza dall’esito della rogatoria sulle sue società in Lussemburg­o. I finanzieri sono stati negli uffici della Dea consulting Srl dei due commercial­isti di Bergamo. Oltre allo studio in via Maj, a Clusone. E poi in altri domicili legati alle numerose società finite sotto la lente. Di Rubba, 39 anni, è di Casnigo. Al telefono sceglie di non commentare. Manzoni, stessa età, risiede invece a Treviolo. Gli inquirenti liguri arrivano a loro partendo da un flusso di denaro sospetto erogato a gennaio, due mesi dopo la confisca dei conti della Lega confermata dal Riesame e quando alle elezioni del 4 marzo mancano 60 giorni: si tratta di 3 milioni di euro trasferiti dalla Pharus Lux Sa, fiduciaria bancaria in Lussemburg­o, alla Sparkasse, la Cassa di risparmio di Bolzano. Dietro ci sarebbe la Arc Asset managment, riconducib­ile al gruppo Arc, di cui Lazzari è uno dei titolari e in cui rientra anche la Arc advisor company. È quest’ultima società, sempre del Lussemburg­o, il ponte con Bergamo, attraverso una catena che passa da una fiduciaria, la Prima, due società di Lazzari, la Ivad e la Seven Bit, e infine un’altra fiduciaria, la Seven, che detiene il 100% di sette società tutte con sede in via Maj 24: la Growth and challenge Srl, con Centemero come rappresent­ante legale, la B Design (Andrea Bonomi, 51 anni, nato a Clusone), la Biotetto (Giuseppe Baronchell­i, 66 anni, nato a Villa d’Ogna), la Areapergol­esi (lo stesso Andrea Manzoni), la Alchimia (Chiara Marangoni, 45 anni, nata a Voghera), la Sasso (Mario Ruggeri, 48 anni, nato a Roma) e la Ma.se (Guerino Pasio, 52 anni, nato a Clusone). Un castello che scherma la vera titolarità dei capitali, insomma. Il fatto che sia stato costruito nello studio dei commercial­isti di riferiment­o della Lega, evidenteme­nte, ha fatto suonare il campanello di allarme e spinto gli inquirenti a un nuovo round di accertamen­ti forse anche alla luce delle informazio­ni ottenute dal Lussemburg­o. Il gruppo Arc, dal Lussemburg­o, ha assicurato la «totale estraneità» di Lazzari «ai fatti oggetto di indagine».

Quello del presunto riciclaggi­o è un fronte, al momento, tutto ligure. La procura di Bergamo ha invece aperto un fascicolo, allo stato a carico di ignoti, con l’ipotesi di finanziame­nto illecito ai partiti sulla base delle carte dell’inchiesta Parnasi, trasmesse di recente da Roma. In questo caso, il reato si sarebbe consumato a Bergamo il 2 e il 12 dicembre 2015, quando l’associazio­ne «Più voci», con sede, pure quella in via Maj 24 e presieduta da Centemero, ha incassato due bonifici da 125 mila euro erogati dalla Pentapigna di Parnasi. Il politico, lecchese ma eletto in terra orobica, risulta già iscritto a Roma con l’ipotesi di finanziame­nto illecito per i soldi alla «Più voci». Ora si tratta di capire se questa parte s’instraderà definitiva­mente in piazza Dante e se saranno confermati i sospetti sul suo conto. Nonostante i tentativi, ieri, non è stato possibile contattarl­o. A giugno, nel boom degli arresti romani, aveva assicurato la regolarità dell’operazione. La Onlus era stata costituita il 29 ottobre 2015 nello studio del notaio Alberto Maria Ciambella di Bergamo. Oltre a Centemero, che ne è il presidente, è costituita da Manzoni, Di Rubba e altri due associati. «Promuoviam­o la pluralità dell’informazio­ne», ha spiegato Centemero. Oltre ai 250 mila euro di Parnasi, ha ricevuto a giugno 2016 un bonifico di 40 mila euro da Esselunga come «contributo volontario».

I soldi al partito Nel mirino il tesoriere del Carroccio, che però «allo stato non risulta indagato»

49 i milioni di euro

spariti e confiscati per equivalent­e sui quali indaga la procura di Genova

3 i milioni di euro

trasferiti da una fiduciaria del Lussemburg­o alla Sparkasse di Bolzano

Risiko societario Al centro dell’intreccio un manager cinquanten­ne di Sarnico, Angelo Lazzari

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Leader Matteo Salvini durante la manifestaz­ione in piazza del Popolo a Roma, sabato scorso

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