Se dentro batte il cuore di una canaglia
Al Manzoni la nuova commedia delle feste di Salemme, protagonista un ex mite travolto dagli eventi
«Mentre la personalità è frutto dell’inclinazione, ritengo che un uomo possa decidere se essere cattivo o buono. Purtroppo, sempre più spesso la vita impone decisioni senza possibilità di scelta». È un tema delicato quello che, con la consueta verve da commedia (e una buona dose di risate), Vincenzo Salemme tratta nel suo nuovo «Con tutto il cuore» con cui, dopo il debutto a Orvieto poche settimane fa, arriva — per la quarta volta nel giro di pochi anni — come spettacolo di Natale del Teatro Manzoni. «Curiosamente ho scritto la prima bozza di questo copione proprio un anno fa qui a Milano, mentre ero impegnato con le recite di «Una festa esagerata» — racconta Salemme, anche questa volta autore, regista e protagonista del lavoro —. Ma credo che la vita sia in continuo cambiamento e non si possa avere la presunzione di fermarla in un copione scritto. Oltretutto il teatro è la forma di espressione più duttile, quella che ha più rapida capacità di trasformazione: c’è solo bisogno di persone (gli attori) che parlino ad altre persone (il pubblico). Così, quasi maniacalmente, riscrivo ogni giorno parti dello spettacolo. Per fortuna gli attori della compagnia (che raduna collaboratori storici di Salemme come Antonio Guerriero, Domenico Aria o Teresa Del Vecchio) sono abituati al mio metodo di lavoro e non si lamentano. Perché, di fatto, ogni sera il copione può riservare qualche novità…».
Protagonista della messa in scena è Ottavio Camaldoli, un mite professore di lettere antiche (succube di una dispotica ex moglie e di una figlia con problemi di personalità) che essendo gravemente cardiopatico riceve il trapianto del cuore di un feroce malvivente, Pasquale Mangiacarne, morto assassinato dopo aver dettato le condizioni del regolamento di conti con il suo omicida. Purtroppo quell’organo che gli salva la vita porta anche «in dote» a Ottavio i parenti dell’uomo scomparso che pretendono di costringerlo ad uccidere per vendicare il suo donatore.
«Porto in scena il rappresentante simbolico dell’esercito sterminato della gente comune che fa sempre più fatica ad affrontare la vita di ogni giorno», prosegue Salemme, reduce dalle riprese del film «Compromessi sposi» di Francesco Micciché in cui l’attore napoletano è l’antagonista di Diego Abatantuono. «Diciamo che il mio Ottavio Camaldoli deve molto al Luca Cupiello creato da Eduardo: un uomo a disagio nel mondo in cui vive. Ma, soprattutto oggi, viviamo un po’ tutti in una realtà carica di “minacce”, di senso del pericolo. Uno stato d’ansia (per il lavoro, le finanze, le malattie, i disastri ecologici, gli attentati, le guerre…) a cui ciascuno reagisce come meglio può, ma che può anche costringere a essere ciò che non siamo». E così Ottavio, che ha cambiato cuore, ma non carattere, diventa vittima della prepotenza della mamma del defunto Mangiacarne, la signora Carmela, le cui angherie finiranno per tirare fuori dal professore sfumature caratteriali impensabili. «Ecco, diciamo che Ottavio dimostra come anche la gente normale, se portata all’esasperazione, da buona può diventare cattiva».