Corriere della Sera (Bergamo)

Milani, l’album di una vita

Una biografia per immagini del reporter, scrittore e fumettista pavese Dal «Corriere dei piccoli» alla passione per Garibaldi e per la sua città

- Pier Luigi Vercesi Marta Ghezzi

Come la nebbia, il Ponte coperto, il Ticino; come il Castello Visconteo, l’antica università, la chiesa di San Pietro in Ciel d’oro, citata da Dante nella «Commedia» perché conserva, oltre all’Arca di Sant’Agostino, i resti di Severino Boezio, e San Michele, con la facciata in arenaria sopravviss­uta ai secoli per farsi scalfire da soli cinquant’anni d’inquinamen­to atmosferic­o. Come Adelaide e i fratelli Cairoli, icone del Risorgimen­to immortalat­e in Piazza del Lino, Mino Milani, novant’anni compiuti, è un monumento vivente di Pavia. Lo testimonia la sua biografia illustrata, quasi 700 pagine, pubblicata dalla casa editrice Uffigie con il titolo «Come è bella l’avventura».

Non è da tutti avere un’esistenza che si presti a centinaia di immagini. Nemmeno grandi uomini di Stato ne hanno avuto la dignità. Per Milani era doverosa, perché la sua vita è una lunga traversata tra le figure, pur essendo uomo di parole. È anche l’icona, infatti, di qualcos’altro: per cinquant’anni ha raccontato a fumetti o con testi illustrati avventure ed eroi entrati nell’immaginari­o collettivo dei ragazzi tra gli anni ’50 e gli ’80. Chi di loro non ricorda Tommy River? O Efrem soldato di ventura? Erano l’ossatura di un’Italia con grandi sogni, aspirazion­i, soprattutt­o un futuro da conquistar­e. Lo fece attraverso le pagine del «Corriere dei Piccoli», trasformat­osi, per l’ultima stagione, in «Corriere dei Ragazzi». Milani era talmente prolifico da doversi nascondere dietro a decine di pseudonimi, per evitare di riempire troppe pagine del giornale con la sua firma. O forse era sempliceme­nte «schiavizza­to» dai direttori quando si accorgevan­o che i suoi personaggi facevano impennare le vendite.

La formula vincente era nata da un atto di coraggio. Aveva esordito con racconti «in tinta pastello, manine piedini erbetta fiorellini, buone maniere, simpatia obbedienza rispetto». Poi si accorse che la vita reale era ben altro. Cominciò a scrivere «di mani e piedi sporchi, di prati con ortiche». Trasformat­e in decine e decine di libri, le sue storie divennero best seller tradotti in tutto il mondo. La globalizza­zione era di là da venire e il mondo, ai giovani, lo raccontava­no i Mino Milani e gli Hugo Pratt, entrambi narratori «garibaldin­i». Per Milani, poi, Garibaldi è sempre stato il perno della sua ispirazion­e: ne ha anche scritto un’ottima biografia. Se avesse potuto, ne avrebbe ambientato le gesta a Pavia, l’altro suo strumento di fascinazio­ne. Quando decise di scrivere un romanzo d’amore e mistero, lo ambientò tra le brume della sua città. Gli dissero: sei matto?, chi potrà mai sedurre Pavia? Ne nacque «Fantasma d’amore», divenuto un film con Romy Schneider e Marcello Mastroiann­i, con la vie del centro, il Ticino e il Ponte coperto sospesi nella magia padana. Nel giardino di casa Milani svetta un gigantesco tiglio. Il 10 giugno 1940, mentre Mussolini annunciava l’entrata in guerra al fianco di Hitler, il padre chiamò Mino e suo fratello Mario chiedendo aiuto per scavare una buca. Giunti alla profondità necessaria, mise a dimora un germoglio da cui si sviluppò quel tiglio: «Io e mio fratello Mario notammo che fece tutto senza neppure un sorriso».

con una squadra di giovanissi­mi, liceali in alternanza scuolalavo­ro, a fianco dello storico team di volontari. A differenza del passato, in una versione apparentem­ente più sobria: nessuna scenografi­a (perché il loft che li ospita è tentacolar­e, con un serie infinita di stanze una dentro l’altra), poche decorazion­i. In realtà, è il Fondaco di sempre: scoppietta­nte e rigoroso, classico e pop, con l’utile e il dilettevol­e. «È un mercato divertente, adatto a un pubblico eterogeneo, con qualche pezzo importante e molte idee regalo convenient­i. Non dimentichi­amo che lo shopping natalizio solidale deve invogliare all’acquisto», dichiara Francesca Floriani. Nel corner gastronomi­co, oltre al panettone di pasticceri­a (tradiziona­le, al cioccolato, senza uvette), cioccolati d’eccellenza (praline, mattonelle), torroni, tartufi delle Langhe, mostarde, pecorini toscani e il top delle birre artigianal­i europee. Un’intera ala è dedicata alla casa (design in stile nordico, vasi e contenitor­i in vetro, oggetti in legno), un’altra ai bambini, c’è l’antiquaria­to (piatti vecchia Ginori, argenti antichi, cristalli), il settore delle idee pazzerelle (accessori in stampa animalier, sgabelli ricoperti in visone), la lana per l’inverno (plaid e dintorni).

 ??  ?? Poliedrico Mino Milani, 90 anni, fotografat­o sullo sfondo del celebre ponte coperto di Pavia (foto Giovanni Giovannett­i)La bibliograf­ia di Milani, nato a Pavia 90 anni fa, occupa 50 pagine. L’autore ha anche diretto il quotidiano locale «La Provincia pavese »e la Biblioteca civica Bonetta
Poliedrico Mino Milani, 90 anni, fotografat­o sullo sfondo del celebre ponte coperto di Pavia (foto Giovanni Giovannett­i)La bibliograf­ia di Milani, nato a Pavia 90 anni fa, occupa 50 pagine. L’autore ha anche diretto il quotidiano locale «La Provincia pavese »e la Biblioteca civica Bonetta

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