Derby tra ciclisti Aribi va col Csi
L’associazione passa al Csi. La numero uno di Fiab attacca la presidente Ratti per le uscite contro Gori e pro Lega
L’Associazione per il rilancio della bici lascia la Federazione amici della bicicletta, che ha contribuito a fondare e passa al Csi: «Più adatto a noi». Ma si scatenano le critiche: «Decisione presa senza consultare i soci».
Non si tratta solo girare in bici. Ma anche di decidere come farlo. È attorno a quest’idea che nasce la turbolenza attorno all’Associazione per il rilancio della bicicletta che, fondata nel 1981, ha oggi 308 soci. Il suo direttivo ha appena deciso di uscire dalla Federazione italiana amici della bicicletta, che aveva contribuito a fondare, per passare al Csi.
Decisione che ha colto di sorpresa i vertici della Fiab: «Mi sembra veramente molto poco democratico cambiare l’anima stessa di una associazione con una decisione del direttivo senza sentire il parere dei soci», ha scritto agli associati la presidente Giulietta Pagliaccio. Che poi rincara: «Ce l’hanno detto a cose fatte, siamo stati colti assolutamente di sorpresa. Cambiare pelle e diventare una società sportiva è una scelta radicale, presa senza fare un’assemblea: una cosa curiosa. Ma noi da anni non sappiamo nulla di ciò che fanno a Bergamo, per noi è un buco nero. Le poche volte che abbiamo cercato di capire qualcosa siamo rimasti emarginati».
«Ci siamo messi in discussione — replica la presidente Aribi Claudia Ratti —. Non ci interessa avere tanti associati che vogliono solo avere la copertura assicurativa per ogni incidente che possano avere in bici, cosa che poi li rende superficiali nel viaggiare. Vogliamo avere con noi chi condivide le nostre finalità. Mentre Fiab impone l’abbinamento alla rivista e fa pressioni sul tesseramento. Noi siamo solo volontari e loro no. Allora abbiamo trovato casa altrove. Ma non diventiamo una società sportiva: siamo in Csi come società cicloturistica. E la Fiab non resta scoperta a Bergamo, visto che ha appena accettato Pedalopoli. Se qualcuno preferisce vada con loro, non siamo sposati».
A distanza la Fiab ha seguito anche con sorpresa i post di Ratti di sostegno alla Lega e di critica al Comune di Bergamo: «La presidente dell’Aribi — dice Pagliaccio — ha preso una piega politica, ma non ha mai partecipato ai momenti collettivi». «Ma quelle sono prese di posizioni personali, non come presidente Aribi — è la replica —. Pagliaccio pensi a se stessa, che era salita sul treno di Renzi».