Corriere della Sera (Bergamo)

«Per mio fratello chiedo giustizia»

Vicky Vicky (condannato) e altri 10 ora a processo per rissa. Ma dei rivali non si sa più nulla

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Lui è stato condannato e ora è a processo per la rissa con i rivali.

«Mia cognata è qui e anche sua figlia. Vogliamo sapere chi ha ucciso mio fratello. Vogliamo giustizia». Vicky Vicky (detenuto) è imputato di rissa e lesioni, insieme ad altri dieci indiani. Ma per la morte del fratello Baldev Kumar, oltre che della dottoressa Eleonora Cantamessa, che travolse in auto l’8 settembre 2013, a Chiuduno, è l’unico condannato. Ventitrè anni e 20 giorni definitivi. «Il mio fu un incidente, ma qualcun altro lo ferì». Le sue parole davanti al giudice Donatella Nava non c’entrano con il nuovo processo, però hanno un senso. Il giorno della sentenza per il duplice omicidio, il 25 marzo 2015, la Corte rimise gli atti al pm Fabio Pelosi per valutare la posizione dei sei indiani collocati sul posto del pestaggio. Secondo l’autopsia, Baldev Kumar morì a seguito dell’investimen­to, ma anche le sprangate dei rivali erano mortali. Il pm dispose il fermo di Ram Dalbir, dei figli Ram Rajwinder e Ram Satwinder, e un loro amico, per rissa e tentato omicidio, ma il Riesame li scarcerò. Un anno dopo, anche Ram Pandeep, venne fermato e fu il gip stesso a liberarlo. Di quella parte, allo stato non si sa nulla.

In aula, ieri, è invece riemerso il retroscena di quella tragedia. La rivalità tra connaziona­li. Da un lato i Ram (a processo anche Sandeep, Amandeep, Rajwinter) , dall’altra Vicky Vicky, Rai Kumar e Vijay Kumar. L’accusa principale è la rissa a Trescore, del 24 aprile 2011, al campo di cricket. I rivali si presero a colpi di coltello, mannaia, roncola, catena, barra di ferro, mazze. Si ferirono a vicenda.

I Ram sono anche accusati di minacce, il 14 giugno. Frasi pesanti, come «tenetevi pronti che uno della famiglia presto morirà». Sullo sfondo c’era anche la gerarchia lavorativa nelle serre di Agronomia. Rajwinter: «Vicky e il fratello ci davano lavoro, ma prendevano i soldi». Lui: «Uno di loro era stato sospeso perché ci aveva lanciato contro un coltello. La discussion­e era nata perché non volevano fare del lavoro straordina­rio».

A processo, hanno dato versioni opposte, riversando responsabi­lità e provocazio­ni gli uni sugli altri. I conflitti sarebbero iniziati per l’acquisto di un’auto. Ma ha pesato anche il retaggio culturale. Vicky: «In India siamo una casta inferiore a loro, li abbiamo pagati 24.000 euro per avere i documenti». Ma Rajwinter smentisce: «Non so in India, in Italia siamo tutti uguali». Se ne riparla il 12 marzo, anche se di mezzo c’è la prescrizio­ne. (g.u.)

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La tragedia Chiuduno, dove mori Eleonora Cantamessa

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