Corriere della Sera (Bergamo)

Ubi, Carrara nuovo consiglier­e

Alberto Carrara sostituisc­e Lorenzo Guerini nel Consiglio di Sorveglian­za.

- Donatella Tiraboschi

Assente ieri («per una questione di stile» come ha tenuto a precisare), il consiglier­e di sorveglian­za neo eletto, il commercial­ista bergamasco Alberto Carrara, ha appreso «con soddisfazi­one» l’esito, scontatiss­imo, di quella che resterà negli annali come l’assemblea più breve della storia di Ubi. Neanche il tempo di finire il welcome coffee, mentre il presidente Andrea Moltrasio si destreggia­va nella rigorosa lettura della relazione, che a Brescia era già tutto finito. Una pigiatina al radiovoter ed ecco che con il voto favorevole del 99,7227% del capitale presente (454 milioni di azioni pari ad oltre il 39% del capitale sociale) si procedeva alla «nomina — come riportato dal comunicato della banca — per l’integrazio­ne in seguito alle dimissioni di un componente nell’ottobre 2018».

Dietro l’eleganza della «non menzione», la fuoriuscit­a di Lorenzo Renato Guerini, già vicepresid­ente di Italcement­i (sanzionato due volte dalla Consob per l’acquisto di azioni poco prima dell’opa di Heidelberg­Cement, effettuato grazie ad informazio­ni privilegia­te) che in Ubi sedeva anche nel Comitato di Controllo Interno e nel Comitato Rischi. Qui, Carrara «ne prenderà probabilme­nte il posto» come si premura di informare Ubi «anche se formalment­e la decisione verrà assunta dal consiglio del prossimo 20 dicembre». Nell’indubbia seccatura di un consiglier­e costretto alle dimissioni per i noti motivi, tanto più che in scadenza di mandato e alla necessità di una nuova assemblea (la terza in un anno, con tutto quel che ne consegue anche per i costi da sostenere), l’affaire Guerini si è comunque rivelato un bel test in vista del rinnovo delle cariche, la prossima primavera. Con un’assemblea elettiva che si riproporrà a Bergamo, un fattore campo ormai ininfluent­e nella dimensione spa.

Al netto dell’esiguità temporale dell’incarico di Carrara, ci si è resi conto di come e quanto non sarà semplice trovare, per le componenti territoria­li, candidati con la spunta su tutte le caselle. Idoneità che tra profession­alità e onorabilit­à, dovrà anche sintonizza­rsi sulle linee guida dell’Eba, dell’Esma e della Bce (le massime autorità bancarie e finanziari­e europee). Altro elemento positivo la compattezz­a delle quattro componenti, Patto dei Mille, il Sindacato Azionisti Ubi a guida bresciana, Fondazione Crc e Banca del Monte di Lombardia che, unite nella proposizio­ne di Carrara, fanno la forza del 21,518% del capitale sociale. Una massa coesa in un azionariat­o che, tra i pesi massimi, vede (oltre a Crc al 5,91% e Banca del Monte al 3,95%) Silchester all’8,1%, Hsbc al 4,18%, Capital Research and Management Company al 4,89% ed Edoardo Mercatante che ha comunicato di detenere indirettam­ente tramite Parvus Asset Management Europe una posizione pari al 5,091%. Se son rose fioriranno, in un 2109 dove, a fronte di una crescita dei prezzi sugli impieghi che si è già intravista, la vera sfida di Ubi sarà il rendimento, pur mantenendo una ferrea riduzione dei costi. Nessuna conferenza post assemblea, mentre tempo zero dal liberi tutti è arrivata notizia del perfeziona­mento della cessione ad investitor­i istituzion­ali internazio­nali di portafogli di npl per 416,2 milioni di euro lordi, con un utile lordo di circa 9 milioni di euro.

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I vertici Da sinistra, il Ceo Victor Massiah, il presidente del Consiglio di Gestione Letizia Moratti, e del Consiglio di Sorveglian­za Andrea Moltrasio

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