Lavoro e sicurezza «Morti dimezzate in un decennio»
Gli infortuni mortali sul lavoro risultano dimezzati nel giro di un decennio, sul territorio bergamasco. Lo dicono i dati Inail, citati ieri dall’Ats. E intanto il prefetto Margiacchi definisce «unico» in Italia il protocollo per la sicurezza sul lavoro.
Passare dalla cultura della lamentazione alla ricerca condivisa di soluzioni che favoriscano la sicurezza e la salute negli ambienti di lavoro, attraverso la formazione, portando la sicurezza anche a scuola. Obiettivi a breve e lungo termine, che fanno del Protocollo d’intesa provinciale sulla salute e sicurezza sul lavoro, siglato a fine gennaio del 2018 da 39 realtà del territorio bergamasco, «un unicum a livello nazionale», secondo Elisabetta Margiacchi, prefetto di Bergamo. Nella sede Ats, tutti i soggetti partecipanti hanno fatto il punto. «Abbiamo deciso di agire di più su cultura e formazione, per rispondere al problema in modo alternativo, rispetto alle sanzioni», sottolinea Mara Azzi, dg di Ats. In base ai dati Inail, nei primi dieci mesi del 2018, gli infortuni mortali relativi alla Bergamasca sono stati 18, a fronte dei 13 dello stesso periodo del 2017; ad oggi l’Inail ha messo a indennizzo 15 infortuni mortali, di cui 5 sul territorio provinciale, 2 fuori provincia, 5 «in itinere» e 3 stradali, occorsi ad autotrasportatori; le denunce di infortuni Inail, infine, sono aumentate dell’1,75% dal 2016 (14.019) al 2017 (14.268), ma sono diminuite del 4,25% sul raffronto del quinquennio 2013-2017. Per quanto riguarda i dati Ats Bergamo, gli infortuni mortali in provincia, compreso quello di questi giorni, sono sei, come sei erano stati nel 2017. Da notare, come sottolineato da Pietro Imbrogno, di Ats Bergamo, che nel decennio 2009-2018 gli infortuni mortali si sono dimezzati (-50%) rispetto al decennio precedente 1999-2008, passando da 116 a 58 casi, e che «il 60% degli infortuni mortali sono dovuti a comportamenti erronei, del lavoratore, o anche del gruppo o del sistema».