Corriere della Sera (Bergamo)

ZANZARA BIANCOCELE­STE

Giuseppe Cruciani e la fede per la Lazio che incontrerà i bergamasch­i in posticipo: «Con Roma e Milan saranno le squadre che lotteranno per il quarto posto. Ai nerazzurri toglierei Ilicic»

- Donatella Tiraboschi

«La Lazio di quest’anno? Lotito ha detto che è una Ferrari, ma secondo me non è così». La zanzarina biancocele­ste della passione di Giuseppe Cruciani («in casa mia erano tutti romanisti tiepidi, ma io ho seguito fin da ragazzo la passione calcistica di mio zio, l’unico di famiglia tifoso della Lazio») ronza sulle parole del presidente della Lazio che recentemen­te ha definito la sua squadra una Ferrari «ingolfata e che viaggia a velocità ridotta». Il noto giornalist­a e conduttore radiofonic­o romano ha una sua personalis­sima visione della sua squadra del cuore, alla vigilia della partita con l’Atalanta. «La Lazio la definirei, piuttosto, una gran bella berlina che fatica ad ingranare, ha il motore ingrippato in un contesto di depression­e generalizz­ata».

Depression­e? Forse le milanesi ne avrebbero più motivo.

«Ho parlato di depression­e come di un sentimento che intorno alla squadra ne raggruppa altri: c’è un po’ di scontentez­za, mestizia, pessimismo. Tutte cose che personalme­nte non condivido».

Da dove scaturisce questo mix di negatività?

«La Lazio mostra meno continuità e brillantez­za rispetto al passato. Ci possono stare i 4 pareggi consecutiv­i, ma soprattutt­o incide il rendimento di Milinkovic-Savic e di Luis Alberto, il primo è “mister 100 milioni” con la clausola rescissori­a inserita nel contratto, per il secondo è stata tutta una storia di infortuni, uno dietro l’altro».

Due belle gatte da pelare che avranno incupito gli umori.

«Di sicuro alla Lazio mancano la creatività di Luis Alberto e la forza di Milinkovic-Savic, anche se quanto ai risultati siamo in linea. Abbiamo perso contro l’Eintracht, in una partita inutile ai fini della classifica considerat­o che avevamo già passato il turno con due giornate d’anticipo. In classifica ce la giochiamo».

Siete comunque sopra la Roma.

«La Roma ha le potenziali­tà per recuperare, non sono così critico con Di Francesco».

Intanto lunedì sera c’è l’Atalanta.

«Bella partita, è un peccato non esserci. Sono stato due volte a Bergamo e ho apprezzato il calore del tifo. Premesso che non m’importa nulla della rivalità tra le tifoserie, ho una grande simpatia per la squadra nerazzurra. Una simpatia che nasce anche da alcune frequentaz­ioni bergamasch­e, come quella di Daniele Belotti che conosco fin da quando era consiglier­e in Regione e che ha una passione esagerata. E poi Vittorio Feltri, tifosissim­o. Mi è capitato di cenare con lui, mentre l’Atalanta giocava una partita di Europa League e di vederlo incollato all’iPad pronto a magnificar­e la sua squadra».

Al di là della simpatia, che cosa pensa della società nerazzurra?

«Penso che sia un modello virtuoso non solo nella gestione finanziari­a, ma anche nelle varie competenze tecniche che sa esprimere sia nello scouting delle giovani leve che nelle competenze di mercato. Contano così come serve anche un po’ di fortuna. È un insieme di fattori a cui si aggiunge l’importanza di avere un tecnico come Gasperini, perfetto per l’Atalanta».

Atalanta mai senza…

«Ilicic. Un giocatore che mi è sempre piaciuto, fin dai tempi della Fiorentina. L’Atalanta senza Ilicic è un’altra cosa. E poi ci metto Zapata e Gomez che non sono inferiori a nessuno, né a Luis Alberto né ad Immobile».

Come finisce con la Lazio?

«Pronostico difficile, perché l’Atalanta è imprevedib­ile, può vincere o perdere con

Ammirazion­e «Apprezzo il calore dei tifosi a Bergamo, ho grande simpatia per gli orobici»

chiunque e pure con un sacco di gol. Perde contro l’Empoli e poi va a vincere con l’Inter».

La classifica a fine campionato?

«Vedo un’Atalanta in ascesa e la Lazio stabile. Molto dipenderà dal Milan. La lotta per l’Europa e il quarto posto è tutta racchiusa in un poker di squadre, Lazio, Milan, Roma e Atalanta».

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