Il cane Bob alla ricerca di un selfie con Santa Lucia
Nella nuova fiaba di Nicola Rumi Crippa incontri d’eccezione come il Papu Gomez
In viaggio per Bergamo a passo di favola, alla scoperta di luoghi nascosti e con la guida di personaggi d’eccezione. Come Papu Gomez.
Arriva in libreria il seguito di «Una fiaba bergamasca – Dov’è finita Santa Lucia?» (Lubrina Editore), di Nicola Rumi Crippa, che verrà presentato alle 17 nello spazio TrentuNodi di via Verdi.
Nel primo libro la protagonista era Boculina, una cagnolina che si era persa e doveva ritrovare il suo papà Grappa, ma ora lei è cresciuta e i giovani lettori seguono le vicende di suo figlio, Bob. Il cucciolo, ribelle e determiGiulia nato, ha un grande sogno: vuole farsi un selfie con Santa Lucia. È una storia ironica e leggera, adatta ai più piccoli, ma che può strappare un sorriso anche agli adulti.
«Il primo volume era ambientato a Bergamo e provincia — dice l’autore —, mentre questo è molto più cittadino. I luoghi che Bob percorre sono stati scelti per ragioni emotive. La famiglia di mio padre è originaria di Castagneta e Città Alta è un luogo dove risuonano i ricordi della mia infanzia».
La magia di San Vigilio e i profumi della Marianna si trovano anche nei disegni di Diani, che con pochi tratti sa ritrarre gli angoli più noti e quelli più nascosti.
«Ce n’è solo uno che corrisponde al mio presente. Palazzo Camozzi, in via Borgo Palazzo, dove il cagnolino Bob incontrerà Gomez».
Il tema di Santa Lucia viene da lontano. «Il mio amore per la scrittura — prosegue Nicola Crippa — nasce quando ero bambino e mia nonna, che si chiamava Lucia, in questo periodo leggeva sempre una lettera o una poesia per il nonno. Sono ricordi rimasti impressi». E per tornare alla trama, «il selfie con Santa Lucia è un’occasione per mischiare la novità con la tradizione» Nicola Rumi Crippa negli ultimi anni ha pubblicato cinque libri, facendo diverse presentazioni nelle scuole primarie e dell’infanzia in diverse città, soprattutto nel Nord Italia. Con «Una fiaba bergamasca» è arrivato fino a Monza, «cosa che mi ha fatto piacere — dice — perché, anche se la storia è ambientata a Bergamo, tratta temi universali, perché appunto parla di genitori e figli».
Tra gli ultimi titoli, ci sono le «Fiabe dritte per un mondo storto» (Edizioni Leucotea), dove si immagina che siano i bambini a raccontare storie agli adulti.
«I bambini — continua — si immergono nella fiaba, come se la vivessero in prima persona. Non c’è nulla che sfugga loro e spesso mi fanno domande a cui non avevo pensato».
L’autore «Il primo volume era ambientato anche in provincia, questo è più cittadino e ho scelto di descrivere luoghi legati alla mia infanzia»