Tensioni Lega Cambio al vertice e stallo su Stucchi
Via il commissario provinciale Sonzogni
Venerdì il Carroccio era sembrato a un passo dall’ufficializzare il proprio candidato per Palazzo Frizzoni, Giacomo Stucchi, operazione frenata direttamente dalla segreteria della Lega Lombarda. Poi, in serata, durante il direttivo provinciale è stata comunicata la sostituzione di Enrico Sonzogni, commissario provinciale da quando Daniele Belotti è stato eletto alla Camera e ha lasciato la segreteria. Gli subentra il lecchese Giulio De Capitani. Un cambio che arriva al termine di un periodo decisamente turbolento nella stanza dei bottoni leghista. La versione ufficiale è che la sostituzione di Sonzogni sia dovuta a «ragioni procedurali». È però noto che la partecipazione di Sonzogni alla selezione del candidato sindaco di Bergamo abbia lasciato perplesso più di qualcuno: è stato l’ex commissario a tenere nelle ultime settimane i contatti con alcuni degli ipotetici candidati.
Il sabato, in casa Lega, è servito a digerire la giornata di venerdì, decisamente pesante. Il Carroccio era sembrato a un passo dall’ufficializzare il proprio candidato per Palazzo Frizzoni, Giacomo Stucchi, operazione frenata direttamente dalla segreteria della Lega Lombarda. Poi, in serata, durante il direttivo provinciale è stata comunicata la sostituzione di Enrico Sonzogni, commissario provinciale da quando Daniele Belotti era stato eletto alla Camera e aveva lasciato la segreteria. Gli subentra il lecchese Giulio De Capitani, ex consigliere regionale.
Un cambio che arriva al termine di un periodo decisamente turbolento nella stanza dei bottoni leghista. La versione ufficiale, fornita dal segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi, è che la sostituzione di Sonzogni sia dovuta a «ragioni procedurali». Una di queste sarebbe la candidatura dello stesso Sonzogni a sindaco ad Algua, l’altra, spiega Grimoldi, è che «c’è un limite temporale alla nomina di commissario». È però noto che la partecipazione di Sonzogni alla selezione del candidato sindaco di Bergamo abbia lasciato perplesso più di qualcuno: è stato l’ex commissario a tenere i contatti con alcuni degli ipotetici candidati, da Vanessa Bonaiti (assessore a Torre Boldone su cui si dividono le correnti della Lega bergamasca) a Lumine). ca Tiraboschi (ex direttore di Italia 1 che già a novembre aveva però lasciato intendere di non voler tornare in Italia, dopo il trasloco in Canton Ticino). Probabilmente non ha aiutato nemmeno il tentativo di Sonzogni di chiudere venerdì sulla candidatura di Stucchi con tutta la coalizione. Al di là delle resistenze di bandiera di Forza Italia e Fratelli d’Italia, il problema è che per i livelli nazionale e federale della Lega i tempi non sono ancora maturi. «Stucchi va bene, ma finché non c’è un accordo sul piano regionale e nazionale, è uno dei papabili», chiarisce Grimoldi.
Qualcuno però, fuori dalla Lega, fatica a capire il senso di questa cautela. È diffusa la convinzione che i tempi per lanciare la campagna elettorale contro Giorgio Gori vadano accorciati. Nessuno mette in discussione che il candidato di Bergamo possa toccare alla Lega, anche se gli alleati chiedono di equilibrare a livello regionale (il 26 maggio si vota anche a Cremona e Pavia) e provinciale (vanno fatti accordi in città come Romano e Dal- Stucchi, da parte sua, è pronto da tempo. Dunque, al di là delle questioni di coalizione, cominciano a circolare ipotesi più o meno fantasiose. Ci si torna per esempio a chiedere se non ci sia un ostacolo alla candidatura di Stucchi da parte di Matteo Salvini, col quale in passato non erano mancate le tensioni. Ma appare piuttosto irrealistico che il leader leghista — per altro molto concentrato su altre vicende — abbia lasciato crescere in questi mesi l’autocandidatura di Stucchi, al punto da essere quasi ufficializzata, per poi stroncarla sul traguardo, con immaginabili conseguenze sul partito e sulle chance di vittoria in città. L’altra questione che serpeggia riguarda i rapporti città-provincia. Non è un mistero il fatto che la base della Lega di Bergamo avrebbe dato la propria priorità, come candidato sindaco, ad Alberto Ribolla, uomo da sempre molto vicino a Belotti. Certo, il deputato e consigliere comunale, ha fatto intendere più volte che preferirebbe restare alla Camera. Ma se ci fossero pressioni contemporanee dal basso (i militanti) e dall’alto (segreteria federale) per questa soluzione? I piani che portano a Stucchi, in questo caso, andrebbero ripensati.
Senza dire che anche Forza Italia, prima di ritirare la candidatura di Gianfranco Ceci, richiede un accordo a livello regionale: l’ex vicesindaco resterà in gioco finché non sarà Mariastella Gelmini a chiedergli di lasciare. E lo stesso vale, nel contesto di FdI, per Andrea Tremaglia.
Il segretario Grimoldi «Finché non c’è un accordo sul piano regionale, Stucchi è uno dei papabili»