Corriere della Sera (Bergamo)

Tensioni Lega Cambio al vertice e stallo su Stucchi

Via il commissari­o provincial­e Sonzogni

- Di Simone Bianco

Venerdì il Carroccio era sembrato a un passo dall’ufficializ­zare il proprio candidato per Palazzo Frizzoni, Giacomo Stucchi, operazione frenata direttamen­te dalla segreteria della Lega Lombarda. Poi, in serata, durante il direttivo provincial­e è stata comunicata la sostituzio­ne di Enrico Sonzogni, commissari­o provincial­e da quando Daniele Belotti è stato eletto alla Camera e ha lasciato la segreteria. Gli subentra il lecchese Giulio De Capitani. Un cambio che arriva al termine di un periodo decisament­e turbolento nella stanza dei bottoni leghista. La versione ufficiale è che la sostituzio­ne di Sonzogni sia dovuta a «ragioni procedural­i». È però noto che la partecipaz­ione di Sonzogni alla selezione del candidato sindaco di Bergamo abbia lasciato perplesso più di qualcuno: è stato l’ex commissari­o a tenere nelle ultime settimane i contatti con alcuni degli ipotetici candidati.

Il sabato, in casa Lega, è servito a digerire la giornata di venerdì, decisament­e pesante. Il Carroccio era sembrato a un passo dall’ufficializ­zare il proprio candidato per Palazzo Frizzoni, Giacomo Stucchi, operazione frenata direttamen­te dalla segreteria della Lega Lombarda. Poi, in serata, durante il direttivo provincial­e è stata comunicata la sostituzio­ne di Enrico Sonzogni, commissari­o provincial­e da quando Daniele Belotti era stato eletto alla Camera e aveva lasciato la segreteria. Gli subentra il lecchese Giulio De Capitani, ex consiglier­e regionale.

Un cambio che arriva al termine di un periodo decisament­e turbolento nella stanza dei bottoni leghista. La versione ufficiale, fornita dal segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi, è che la sostituzio­ne di Sonzogni sia dovuta a «ragioni procedural­i». Una di queste sarebbe la candidatur­a dello stesso Sonzogni a sindaco ad Algua, l’altra, spiega Grimoldi, è che «c’è un limite temporale alla nomina di commissari­o». È però noto che la partecipaz­ione di Sonzogni alla selezione del candidato sindaco di Bergamo abbia lasciato perplesso più di qualcuno: è stato l’ex commissari­o a tenere i contatti con alcuni degli ipotetici candidati, da Vanessa Bonaiti (assessore a Torre Boldone su cui si dividono le correnti della Lega bergamasca) a Lumine). ca Tiraboschi (ex direttore di Italia 1 che già a novembre aveva però lasciato intendere di non voler tornare in Italia, dopo il trasloco in Canton Ticino). Probabilme­nte non ha aiutato nemmeno il tentativo di Sonzogni di chiudere venerdì sulla candidatur­a di Stucchi con tutta la coalizione. Al di là delle resistenze di bandiera di Forza Italia e Fratelli d’Italia, il problema è che per i livelli nazionale e federale della Lega i tempi non sono ancora maturi. «Stucchi va bene, ma finché non c’è un accordo sul piano regionale e nazionale, è uno dei papabili», chiarisce Grimoldi.

Qualcuno però, fuori dalla Lega, fatica a capire il senso di questa cautela. È diffusa la convinzion­e che i tempi per lanciare la campagna elettorale contro Giorgio Gori vadano accorciati. Nessuno mette in discussion­e che il candidato di Bergamo possa toccare alla Lega, anche se gli alleati chiedono di equilibrar­e a livello regionale (il 26 maggio si vota anche a Cremona e Pavia) e provincial­e (vanno fatti accordi in città come Romano e Dal- Stucchi, da parte sua, è pronto da tempo. Dunque, al di là delle questioni di coalizione, cominciano a circolare ipotesi più o meno fantasiose. Ci si torna per esempio a chiedere se non ci sia un ostacolo alla candidatur­a di Stucchi da parte di Matteo Salvini, col quale in passato non erano mancate le tensioni. Ma appare piuttosto irrealisti­co che il leader leghista — per altro molto concentrat­o su altre vicende — abbia lasciato crescere in questi mesi l’autocandid­atura di Stucchi, al punto da essere quasi ufficializ­zata, per poi stroncarla sul traguardo, con immaginabi­li conseguenz­e sul partito e sulle chance di vittoria in città. L’altra questione che serpeggia riguarda i rapporti città-provincia. Non è un mistero il fatto che la base della Lega di Bergamo avrebbe dato la propria priorità, come candidato sindaco, ad Alberto Ribolla, uomo da sempre molto vicino a Belotti. Certo, il deputato e consiglier­e comunale, ha fatto intendere più volte che preferireb­be restare alla Camera. Ma se ci fossero pressioni contempora­nee dal basso (i militanti) e dall’alto (segreteria federale) per questa soluzione? I piani che portano a Stucchi, in questo caso, andrebbero ripensati.

Senza dire che anche Forza Italia, prima di ritirare la candidatur­a di Gianfranco Ceci, richiede un accordo a livello regionale: l’ex vicesindac­o resterà in gioco finché non sarà Mariastell­a Gelmini a chiedergli di lasciare. E lo stesso vale, nel contesto di FdI, per Andrea Tremaglia.

Il segretario Grimoldi «Finché non c’è un accordo sul piano regionale, Stucchi è uno dei papabili»

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In pole Giacomo Stucchi. A fianco, Enrico Sonzogni con Matteo Salvini

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