«Voglio bene a Petagna, ma dobbiamo vincere noi»
Oggi la sfida con la Spal. Gasp: resto legatissimo a Petagna e Kurtic, ma la sconfitta dell’andata va cancellata
La doppietta (con esultanza) nella gara d’andata ha allentato un po’ i rapporti tra Gasperini e Petagna, oggi al centro dell’attacco della Spal contro l’Atalanta. «Ma gli sono ancora legato — dice Gasp —. Però dobbiamo vincere, per rifarci della sconfitta dell’andata e per stabilizzare la classifica».
Andrea Petagna, parente serpente. La sua doppietta con annessa esultanza, segnata a Ferrara un girone fa, ha un poco allentato i legami famigliari tra l’Atalanta e l’attaccante della Spal. Ma Gian Piero Gasperini non crede che il pianeta calcio sia avaro di riconoscenza. «La gente saluta volentieri chi si è comportato bene, anche se veste un’altra maglia». Il tecnico ammette quanto Petagna e Jasmin Kurtic, ex atalantini ora in Emilia (stesso percorso di Alberto Paloschi, che con Gasp a Bergamo ebbe minore fortuna) gli abbiano «dato molto. A loro sarò sempre legatissimo».
Non nega però che Atalanta-Spal (oggi alle 15) alimenti una certa «voglia di rivalsa. La gara d’andata è stata forse l’unica in cui siamo stati così nettamente inferiori all’avversario». Ma dall’amaro 2-0 dello scorso settembre «è passato tanto tempo. La Spal era alta in classifica e noi sotto. Ora la situazione si è capovolta e questa è un’altra partita». Che per la stagione dei bergamaschi ha un alto peso specifico. A 35 punti, tocca rispondere ai successi di Lazio e Roma, vittoriose negli anticipi e ora distanti tre lunghezze, appaiate in zona Champions: «Il nostro obiettivo è battere la Spal — commenta l’allenatore —. Per riuscirci, dobbiamo giocare bene e interpretare al meglio la partita. Loro sono una squadra fisica, di valore e fallosa. Affrontarli non è semplice».
Per l’Atalanta, l’odierno avversario potrebbe essere «simile al Cagliari» affrontato e superato («senza tante occasioni da gol, ma con efficacia e concretezza») lo scorso lunedì: «Questo è un momento particolare del torneo. Dove è facile vedere partite meno belle, più nervose e spezzettate. Una fase in cui tutti cercano di stabilizzarsi in classifica». Quale sarà la posizione (stabile) destinata ai nerazzurri? «Difficile da prevedere. Ancora non è tempo di fare tabelle» puntualizza il mister. Il felice corso degli eventi, però, consente a Gasperini un cambio di opinione: «Pensavo che la via meglio percorribile per una qualificazione europea, fosse il campionato. Ma dopo avere eliminato la Juventus, le nostre possibilità di raggiungere l’Europa attraverso la Coppa Italia, sono maggiori. È una competizione lunga solo altre tre partite». La terza e ultima, sarebbe la finale di Roma. Vincendola, si va dritti in Europa League.
L’interrail continentale passa anche dalle rimanenti sedici giornate di Serie A. Di cui nove, oggi la prima, «da giocare in casa. E a parte Milan e Fiorentina, contro avversari che hanno un coefficiente di difficoltà contenuto — continua Gasperini —. Se le interpretiamo
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I dubbi Ballottaggio in difesa Mancini-Djimsiti Ilicic ancora in forse, Pasalic in attesa
bene, in classifica si sale». Preparatissimo su numeri e calendari, Gasp è generoso e spiega in dettaglio l’agenda delle intenzioni. È riservato invece sulle scelte di campo. Per cui si limita a un generico «tutti a disposizione» (a parte il solito Varnier) e alimenta i dubbi (degli altri, lui non sembra averne). Soprattutto, persiste l’incertezza su chi tra Djimsiti e Mancini completerà il terzetto di difesa. E se Ilicic sarà titolare o eventuale subentrante di lusso (con conseguente conferma di Pasalic, dal primo minuto). È certo invece che Kurtic e Petagna (che per l’occasione si scambia simpatie sui social, con l’amico Papu Gomez) arrivino a Bergamo senza rancore. Praticamente da parenti. Magari serpenti.