Corriere della Sera (Bergamo)

Tanti curiosi e falsi allarmi La culla della vita trasloca

Natalità, seminario senza intoppi. Presidio di Non una di meno

- Silvia Seminati

Dopo una settimana di liti e tentativi di mediazione, il convegno sulla natalità va via senza tensioni. Con il Consiglio delle Donne di Bergamo (e pochissimo pubblico) nella Sala Galmozzi di via Tasso a parlare di natalità e il movimento Non una di meno in presidio sotto la Sala Galmozzi per ribadire il proprio sostegno «alla libertà e all’autodeterm­inazione delle donne». Come annunciato, in sala non c’è il Centro di Aiuto alla Vita (Cav), dopo che il Consiglio delle Donne ha deciso di «censurare» l’intervento di Paolo Picco, presidente di FederVita Lombardia. A dare forfait, anche due relatori, il sociologo Bruno Vedovati e Donatella Vasaturo, direttore sociosanit­ario dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Ma il tema del seminario non cambia. Si parla di maternità, nascita, infanzia, e di come la precarietà del lavoro s’intreccia con la decisione delle donne di diventare o meno madri.

Federica Di Sieno dell’Associazio­ne Italiana Donne Medico racconta i primi dodici anni della culla della vita, installata nel 2006 in città, in via Locatelli, sul cancello del monastero Matris Domini. Presto, appena verranno sbrigate le pratiche per l’occupazion­e del suolo, la culla verrà trasferita sul cancello della delegazion­e di Loreto della Croce Rossa. «I volontari andranno a prendere la culla in via Locatelli con un’ambulanza», dice Regina Barbò, che nel Consiglio delle Donne rappresent­a l’Associazio­ne Italia Donne Medico. Impossibil­e sapere quanti bambini siano stati lasciati in questi dodici anni nella culla della vita di via Locatelli. «All’inizio — spiega Federica Di Sieno — ci siamo date una regola: non diffondere mai questo numero, anche per tutelare chi fa questa scelta tragica e pure la privacy del monastero. Uno, due, dieci oppure nessun bambino, non importa: se anche la culla fosse servita a salvarne soltanto uno va bene lo stesso». Prima di essere installata a Loreto, la culla dovrà essere sistemata, visto che funziona ancora con una tecnologia del 2006: quando qualcuno la apre, viene inviato un «mms» a tre telefonini, due custoditi dalle monache, il terzo dai volontari della Croce Rossa. «La sorveglian­za della culla — spiega Federica Di Sieno — è un lavoro molto faticoso, che va fatto giorno e notte, anche perché spesso il coperchio della culla viene sollevato per curiosità. Alla Croce Rossa i volontari si alterneran­no lungo le ventiquatt­r’ore per fare la sorveglian­za. Ci affidiamo a loro, che hanno deciso di prendersi questo impegno con grande entusiasmo».

Durante il convegno, l’assessore alla Coesione sociale Maria Carolina Marchesi (intervenut­a al posto di Picco), ha invece spiegato cosa sta facendo il Comune di Bergamo «a difesa di mamma e bambino», dagli sconti per fratelli e sorelle che frequentan­o le mense delle scuole alle iniziative post scolastich­e. «Nel 2018 — dice l’assessore — Bergamo ha avuto un record di nascite: 922, +5,7% rispetto al passato, contro il -5,8% registrato a livello provincial­e. Ma il saldo tra nascite e morti è ancora negativo. Però la città è arrivata a 121 mila abitanti, il numero più alto dal 1984: questo dimostra che Bergamo continua, anche se faticosame­nte, a crescere».

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(foto in basso)
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 ??  ?? Da via Locatelli a Loreto La culla della vita. A fianco, il tavolo del convegno (foto sopra) e il presidio di Non una di meno
Da via Locatelli a Loreto La culla della vita. A fianco, il tavolo del convegno (foto sopra) e il presidio di Non una di meno

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