Ricerca genetica, istruzioni per l’uso
Telmo Pievani al Tnt di Treviglio «Siamo a una svolta epocale. Per la prima volta l’homo sapiens ha una tecnologia che gli permette di indirizzare l’evoluzione»
Far rinascere un mammut o programmare l’estinzione delle zanzare o, ancora, costruire bioraffinerie in cui i batteri sintetizzano petrolio. Biotecnologie che sembrano fantascienza e invece sono la frontiera della ricerca genetica. Un futuro vicinissimo (alcuni sono progetti in itinere) che pone grandi interrogativi etici come ha spiegato il professor Telmo Pievani nella lezione che ha tenuto al teatro Tnt di Treviglio organizzata da Matexplora. Un momento di riflessione per fare il punto su un cambiamento epocale di cui — avverte il docente bergamasco titolare della cattedra di Filosofia delle scienze biologiche all’Università di Padova — mancano le istruzioni per l’uso. «Siamo di fronte a una vera rivoluzione di cui l’opinione pubblica sa pochissimo — spiega alla platea Pievani —. Per la prima volta nella storia l’homo sapiens ha una tecnologia che gli permette di indirizzare l’evoluzione». Una rivoluzione che ha soprattutto un nome: Crispr Cas9, una «forbice molecolare» messa a punto nel 2011. «Si è visto che i batteri per immunizzarsi dai virus — spiega Pievani — utilizzano questo strumento con cui staccano una parte del dna e lo inseriscono nel proprio. Questo meccanismo è stato ingegnerizzato nel Crispr Cas9 e ci permette di tagliare un singolo gene da un dna, sostituirlo o sostituirne una sequenza. Si parla di editing genetico perché ora siamo in grado di editare il genoma come se fosse un testo. É un progresso straordinario perché un kit per modificare un gene è venduto a 180 dollari». Crispr Cas9 tra le molte applicazioni promette di curare malattie genetiche o modificare le razze d’allevamento e le colture perché rendano di più. Ma è solo la punta dell’iceberg. Tra i primi progetti allo studio c’è la lotta alla malaria — che nel mondo provoca ancora 450 mila morti all’anno — attraverso l’estinzione della zanzara anofele rilasciando in natura esemplari editati con un gene della sterilità. In Russia invece si vuole far rinascere il mammut prendendo un embrione di elefante indiano e riscrivendolo fino a ottenere l’animale estinto. «É possibile perché del mammut — precisa
Potremmo far rinascere l’uomo di Neanderthal e il mammut, di cui abbiamo l’intero genoma. Mentre invece manca per i dinosauri
❞ Oggi assistiamo a una democratizzazione della ricerca genetica che non
Pievani — abbiamo l’intero genoma, è come se conoscessimo tutto il libro di istruzioni. Cosa che invece manca per i dinosauri mentre in teoria potremmo far rinascere l’uomo di Neanderthal». Già queste ricerche fanno intuire i rischi connessi e l’applicazione all’uomo apre scenari ancora più complicati. «Al momento il Crispr Cas9 non è pronto per questo — chiarisce Pievani — perché l’intervento su un gene produce anche mutazioni indesiderate fuori target». Anche così non mancano i primi esperimenti. Nel 2015 su embrioni umani non impiantabili è stata curata la talassemia beta, nel 2017 lo stesso esperimento è stato ripetuto con successo su embrioni impiantabili. «A novembre 2018 — spiega Pievani — uno scienziato cinese ha annunciato di aver fatto nascere due gemelle modificate geneticamente sostenendo di averle immunizzate all’Hiv». C’è poi il tema del possibile uso di queste tecnologie come armi di distruzione o che vadano fuori controllo creando disastri ecologici. «Pur essendo accessibili come costi — conclude il professore — possono dare risultati solo in laboratori di alto livello. Però Paesi autoritari e che non rispettano i diritti umani come Cina, Arabia Saudita e Iran stanno investendo miliardi di dollari. La comunità scientifica si interroga e discute ma dovrebbero essere politica ed etica a dare risposte. Il problema di fondo è che cose che erano fantascienza ora sono qui e dovremmo darci delle norme a livello internazionale».
è più nelle mani di pochi grandi operatori. Questa possibilità presenta però anche moltissimi rischi