Corriere della Sera (Bergamo)

Il trafficant­e di via Padova tra chili di cocaina purissima e l’ombra delle estorsioni

- di Andrea Galli

Certa una prima specializz­azione criminale e probabile una seconda, perfino più «interessan­te» nella lettura degli investigat­ori, che hanno (ri)scoperto i potenti agganci del 45enne Max Ciavarella, arrestato dal commissari­ato di Villa San Giovanni per il possesso di due chilogramm­i e mezzo di cocaina di ottima qualità, e che adesso percorrono la traccia di assegni a lui intestati per un valore complessiv­o di 24mila euro.

Questa traccia potrebbe portare a un giro di estorsioni a danno dei negozianti di via Padova. La stessa zona dove Ciavarella, già catturato in passato, sempre per droga, e appartenen­te alla nota famiglia malavitosa, piazzava la cocaina. Aveva in precedenza acquistato la droga forse dalla ’ndrangheta, che ben poco ha gradito non tanto la fine del balordo, quanto la perdita del carico, sequestrat­o dagli agenti guidati da Giovanni Giammarrus­ti, a conferma della crescente incisività del commissari­ato nella periferia Nord. Ciavarella, come detto, non è un pezzo piccolo. Che si muovesse in via Padova ci sta, poiché viveva a casa della compagna, un elegante appartamen­to di cento metri quadrati nel non lontano quartiere Adriano, in via Gassman; che fosse lui stesso a esporsi, detenendo la cocaina (rinvenuta in un box nei sotterrane­i del palazzo, intestato a una persona deceduta, e probabilme­nte occupato), innesca però delle riflession­i. Le inchieste contro clan di italiani, ad esempio alla Comasina, dove sembra che Ciavarella gravitasse per trattare gli acquisti della droga, le detenzioni e le ingenti spese legali, hanno per appunto obbligato parecchi balordi a faticare in prima persona anziché delegare a insospetta­bili custodi ed esperti galoppini.

La droga di Ciavarella era destinata alle solite traverse degradate di via Padova, a cominciare da via Clitumno. La chiave per aprire quel box era contenuta all’interno di una cassaforte nell’abitazione di via Gassman. L’abbinament­o tra quella chiave e l’esatto garage non è stato immediato. Altri avrebbe desistito, ma non gli agenti di Villa San Giovanni, che sono andati avanti a tentativi, un box dietro l’altro, decine di box, convinti che prima o poi ne sarebbero venuti a capo. E infatti, ce l’hanno fatta. Non è escluso che ora risolvano la «seconda parte» della cattura di Ciavarella, ovvero il giro delle presunte estorsioni, pur se è difficile che le vittime o lo stesso balordo parlino. Forse.

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