Corriere della Sera (Bergamo)

Atalanta-Milan I destini incrociati di Zapata e Piatek

Zapata (21 gol) e Piatek (22) sono i giocatori che più hanno segnato in Italia: i destini di Atalanta e Milan dipendono soprattutt­o da loro

- Matteo Magri mmagri@corriere.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Uno è come se fosse la reincarnaz­ione di Billy the Kid. Mima le pistole per esultare dopo ogni gol, lanciandos­i con le ginocchia sul prato. L’altro non si azzarda a planare sul terreno, il rischio sarebbe, con quella possenza fisica, di arare l’area di rigore, quindi si «limita» a urlare a perdifiato e a correre con le braccia tese quasi parallele al corpo per poi lanciarle in cielo per salutare mamma Elfa scomparsa nel 2010. Uno spara come un cowboy, l’altro graffia come una pantera. E i destini (europei) di Milan e Atalanta, che si incontrera­nno a Bergamo sabato sera, dipendono, e molto, dalla verve di Piatek e Zapata, i giocatori che, tra campionato e coppe, più hanno segnato in Italia: 22 gol il primo, 21 il secondo.

Pioggia di reti

In comune i due bomber hanno la facilità con la quale trovano la porta e poco altro. Diversissi­mi. E non solo per il modo di festeggiar­e. A partire dall’aspetto fisico. Uno bianco etereo, con gli occhi azzurro ghiaccio; l’altro, nero come la notte, non sfigurereb­be sul ring con un peso massimo. Il polacco poi è un homo novus, acquistato senza troppo clamore dal Genoa nella scorsa estate dopo due buone annate in patria con il Cracovia. Nel giro di poche partite Piatek ha sollevato un clamore incredibil­e. A suon di gol. Il cartellino è passato dai 115 mila euro con cui è passato dallo Zaglebie Lubin al Cracovia fino ai 35 milioni necessari al Milan per ingaggiarl­o un mese fa.

Zapata oramai è un veterano del nostro campionato avendo attraversa­to l’Atlantico nel 2013, ma solamente in questa stagione sembra essere esploso. Perché i 21 gol messi a referto finora, a poco più di metà annata, sono una cifra che nemmeno il più ottimista degli ammiratori poteva immaginare. Per dire, nel 2019 solamente il Kun Aguero ha fatto meglio (10 reti contro le 9 di Duvan). A differenza di Piatek, ha avuto bisogno di un lungo rodaggio considerat­o che ha cominciato a segnare con regolarità solo a dicembre. Il polacco, al contrario, ha timbrato subito con la nuova squadra (doppietta al Napoli) e al momento lo score è di 4 gol in 4 presenze.

Entrambi sono centravant­i, ma dalle caratteris­tiche diverse. Il rossonero è più mobile, tanto è vero che sulla carta è utilizzabi­le anche come attaccante esterno. Il nerazzurro rende esclusivam­ente se piazzato al centro della linea offensiva.

Le squadre

Ovviamente due calciatori, per quanto importanti possano essere, non sono in grado di decidere da soli una partita. Hanno bisogno di un collettivo che li sostenga. Ed entrambi, alle spalle, hanno gente capace di farlo, se è vero che i due top assistman della Serie A sono Suso e Gomez (otto passaggi decisivi a testa). L’Atalanta, però, ha pure la carta Ilicic da giocare; una carta nel mazzo del Gasp che l’allenatore vorrebbe pescare più spesso.

«Sfida non decisiva»

«Con il Milan sarà una sfida d’alta classifica, ma il campionato è ancora lungo». Andrea Masiello, in compagnia di Musa Barrow, incontrand­o i tifosi a Oriocenter, nega che l’anticipo di sabato sera possa essere già decisivo nella corsa alla qualificaz­ione europea. «Vincere è difficile e in un campionato così equilibrat­o si fa presto anche a scivolare — spiega il difensore nerazzurro —. Dobbiamo restare uniti come squadra e i nostri tifosi ci aiuteranno».

Dopo le reti Uno esulta come un pistolero, l’altro saluta la madre scomparsa nel 2010

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