ALLARME RISPARMIO
Il nostro governo insiste nel giudicare infondate le previsioni macro- e micro-economiche al proposito di un forte rallentamento dell’economia mondiale e ancor più di quella italiana. Questa è la tesi che il governo deve sostenere fino alle elezioni europee. Ma gli italiani hanno capito che, come ha dichiarato di recente il governatore della Banca d’Italia: le prospettive di crescita economica sono assai meno favorevoli rispetto a un anno fa. Inoltre, non si può pensare che il ricorso al debito non trovi limiti di mercato, cioè che lo spread non indichi segnali di non sostenibilità dello stesso indebitamento. Infine, è sempre più accreditata l’ipotesi della necessità di una manovra fiscale estiva, correttiva del bilancio. E, posto che il reddito di cittadinanza e la quota 100 per le pensioni sono irrinunciabili per il governo gialloverde, tale manovra correttiva potrebbe concretarsi in un prelievo fiscale una tantum, per esempio aumentando la ritenuta, per il tempo necessario (forse anche qualche anno), sulle cedole del debito pubblico circolante: dal 12,50 al 25%.
Sarebbe di fatto una patrimoniale mascherata, sulla ricchezza mobiliare, dato che il debito pubblico è emesso al portatore. Del tipo della scelta operata dal governo Amato, all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso, con riferimento ai depositi bancari. Il fatto che il prelievo sarebbe temporaneo e non continuato permetterebbe di dire che con ciò si compie un atto di riequilibrio, di redistribuzione fiscale, e mai di una imposizione in aumento strutturale della pressione fiscale.
Per altro, nella sostanza, sarebbe un provvedimento contro il risparmio mobiliare.
La misura in esame non potrebbe essere adottata se non dopo l’esito delle elezioni europee. Non riguarderebbe il regime di trattamento fiscale e di circolazione dei valori emessi successivamente, potrebbe giovare a non fare scattare altre clausole di salvaguardia (aumento dell’Iva). Il rischio è che concorra a fare aumentare il rendimento lordo delle nuove emissioni del debito. Davvero, gira e rigira, nessun pasto è gratis. Resta solo da vedere se e come varieranno, in futuro, la geo-politica e la geoeconomia del pianeta. I parlamentari italiani possono mutare di numero e di appartenenza politica solo se vi saranno nuove elezioni generali nazionali. Ma questo dipende dal fatto che uno dei due soci di governo decida di separarsi dall’altro. E il segretario della Lega è costretto ad attendere che si decida sulla autorizzazione del Senato di essere rinviato a giudizio. I risparmiatori debbono attendere?