«Le richieste assurde dell’esaminatore Così voleva costringermi a pagare»
Motorizzazione, il funzionario accusato di corruzione In aula parla il testimone che denunciò: bocciava chi voleva
Il processo a Paul Richard Vitti, il funzionario della Motorizzazione civile arrestato il 24 febbraio 2018, imputato di tentata concussione. A deporre, in aula, è stato subito Massimo Flaccadori, di Spinone al Lago, il titolare di quattro autoscuole che aveva denunciato Vitti, dando il via all'inchiesta. Flaccadori ha ri- cordato domande assurde, da parte di Vitti, che spiazzavano i candidati. Che poi venivano ulteriormente messi a disagio con manovre che venivano richieste dall’esaminatore anche in punti in cui erano vietate. Voleva soldi, Vitti, secondo l’accusa. A Flaccadori li aveva chiesti esplicitamente a luglio del 2016.
Impassibile, le chiavi dell’auto a portata di mano e nient’altro con sé, Richard Paul Vitti, 54 anni, attualmente ai domiciliari, ascolta dal banco degli imputati la testimonianza che lo ha fatto finire a processo per corruzione e concussione. È il funzionario della Motorizzazione arrestato il 24 febbraio 2018. In carcere ce lo ha portato la polizia stradale, che stava indagando su di lui per un giro di favori in cambio di esami per la patente «senza curve». Stando all’accusa, le scuole guida che pagavano non avevano problemi. Andavano dritte alla promozione. Per quelle che non ci stavano, le prove erano costellate di domande trappola, battute per mettere a disagio i ragazzi, esiti imprevedibili e comunicati dopo ore.
Massimo Flaccadori, 44 anni, di Spinone al Lago, è titolare di quattro autoscuole (a Casazza, Montello, Chiuduno e Trescore Balneario) oltre che presidente di un consorzio a cui fanno riferimento 29 realtà. Come parte offesa è stato convocato tra i testimoni del pm Fabrizio Gaverini. «La prova pratica per la patente — spiega — è composta da tre fasi. Nella prima fase l’esaminatore pone alcune domande al candidato come sul foglio di via o sui comandi dell’auto. Sono domande che devono rispettare uno schema indicato dal Ministero. Vitti ne faceva di non attinenti, alcune erano assurde. Così i candidati si trovavano subito in difficoltà. Ci guardavano come per dire: perché non ce lo avete spiegato?». Il pm chiede di fare un esempio: «Ricordo che una volta chiese come ci si deve comportare se si ferma l’auto in galleria». Nonostante la scena muta del malcapitato di turno, l’esame procedeva con le manovre. Parcheggio a «S», parcheggio a «L», inversione a «U». «I ragazzi già tesi si trovavano a dover fare manovre in punti sbagliati — prosegue Flaccadori —. A volte dovevano fare inversione davanti a un incrocio o a un passo carraio, dove è vietato». Infine, la guida su strada. Flaccadori racconta un episodio avvenuto a settembre 2016: «Il candidato era un ragazzo straniero — riferisce —. A Vitti gli extracomunitari, per così dire, non stavano simpatici. Partia-
Le manovre «Faceva fare inversioni davanti agli incroci o ai passi carrai, per mettere in difficoltà»
mo verso Carobbio, siamo su un rettilineo. Sulla destra c’è un incrocio, che però non dà sulla nostra strada. Un pedone lo attraversa». L’esame procede e alla fine il ragazzo è bocciato: «Sono rimasto allibito perché non aveva sbagliato nulla e ho chiesto perché. Vitti ha chiesto al ragazzo se non avesse visto il pedone. Quell’incrocio era a 30 metri, poteva essere anche a uno, ma non dava sul rettilineo che stavamo percorrendo. Capito che quel giorno sarebbe girata così, ho finto di non stare bene e ho sospeso la sessione».
Voleva soldi, Vitti, per l’accusa. A Flaccadori li aveva chiesti esplicitamente a luglio 2016, quando poi si è deciso a denunciarlo la prima volta: «Sono 24 anni che faccio questo lavoro — spiega —, capivo che c’era qualcosa che non andava. Alcune scuole guida si lamentavano, altre no. Con Vitti ho cercato più volte un confronto. Dopo l’ennesimo tentativo, mi dice: “Tu non hai ancora capito niente, mi devi dare 250 euro per la sessione mattutina e 150 euro per quella pomeridiana”. Io l’ho fatto scendere dalla macchina senza dire niente».
Il difensore, l’avvocato Claudio Cenacchi, domanda a Flaccadori una percentuale dei bocciati: «Non sono in grado di dare un numero, nell’ultimo periodo bocciava il 30, 40% in più». Aveva esposto la situazione alla Motorizzazione? «Sì, ma non erano arrivati provvedimenti». Il 14 marzo parleranno le altre parti offese, Giovanni Capitanio e Vito Lubreglia, e il resto dei testimoni dell’accusa.