Corriere della Sera (Bergamo)

Lungo i binari 60 bidoni di siringhe

Nel sedime tagliata la vegetazion­e che faceva da nascondigl­io allo spaccio

- Fabio Paravisi

«La coca non basta mai», dice la scritta sulla casetta dalle finestre murate a due passi dai binari. Sarà, ma nel frattempo lungo lo sterminato sedime della stazione gli spacciator­i non ci sono più, i loro clienti hanno perso i loro nascondigl­i tra la vegetazion­e e molti di loro sono finiti in caserma dei carabinier­i. Ma hanno lasciato i ricordi di un’attività proseguita per anni: le loro siringhe hanno riempito sessanta bidoncini per rifiuti tossici più altre grandi scatole.

Da qualche tempo la frequentaz­ione della grande area che si stende dalla stazione fino a via Gavazzeni a sud e al ponte di via Piatti a est è cambiata. Prima sono arrivati gli operai dell’impresa Macfer di Giugliano in Campania, armati di cesoie, macchinari e ruspe, con l’ordine da Rfi di radere al suolo tutta la vegetazion­e che cresceva lungo i binari: alberi, piante e cespugli che per tanto tempo hanno fatto da nascondigl­io al traffico di droga e agli sbandati. In luglio gli operai hanno tagliato tutto ciò che cresceva lungo via Gavazzeni. Da lunedì gli operai si sono dedicati ai 70 mila metri quadrati del lato che costeggia le vecchia fabbrica abbandonat­a che sarà al centro di uno dei piani di recupero di Porta Sud. Occhieggia­no ancora le finestre da dove gli spacciator­i, entrati da via Bono e inoltratis­i nella vecchia fabbrica, si affacciava­no per prendere i soldi e poi calare la droga con dei secchi. Gran parte della vegetazion­e è stata tagliata e smaltita, il resto è rimasto in grandi mucchi in attesa di essere portati via. In pochi giorni gli operai arriverann­o fino al cavalcavia di via Piatti. Nel frattempo sono stati portati via i materassi e i giacigli di fortuna di chi si era accampato sotto il ponte. E visto che chi frequentav­a la zona (come il giovane trovato morto nell’ottobre 2015) scendeva da un sentiero che partiva da via Tommaseo, tutto il bordo della strada affacciato sul sedime ferroviari­o sarà recintato. Così come un’alta inferriata è stata installata nella parte del deposito degli autobus Sab che faceva da ingresso per gli sbandati, e sulla parte opposta sono stati portati via i vagoni abbandonat­i che venivano utilizzati come rifugio dai senzatetto.

Gli operai si sono trovati a camminare su tappeti di siringhe con le quali hanno riempito sessanta bidoncini. Ma hanno anche portato via molti grandi bottiglie di plastica che gli stessi tossicodip­endenti avevano riempito di siringhe usate, dopo averle usate per fumare crack.

L’altra presenza, costante e massiccia nelle ultime due settimane, è quella dei carabinier­i della Compagnia di Bergamo. I militari hanno inviato sul posto pattuglie ogni giorno, distribuen­do una ventina di uomini lungo il sedime, identifica­ndo un centinaio di persone e portandone venti in caserma per reati e infrazioni varie. «Sono controlli continui e capillari, che svolgiamo in alternanza con la questura — spiega un ufficiale che sta concludend­o il turno di controlli —. La situazione qui è completame­nte cambiata, da qualche giorno in tutto il sedime ferroviari­o non si vedono più sbandati. Se ne sono accorti per primi gli stessi utenti della stazione, molti di loro sono venuti a ringraziar­ci perché si sentono più sicuri». Ma il lavoro non è finito, spiega uno dei carabinier­i: «Perché quelli sono andati via ma non sono spariti, ora bisognerà capire dove si sono spostati».  

I carabinier­i Per far sparire i pusher sono serviti controlli quotidiani nelle ultime due settimane

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(foto Giovanni Diffidenti) Taglio della vegetazion­e e pattugliam­enti contro lo spaccio
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Il sedime della stazione è stato usato a lungo dallo spaccio (foto: uno spacciator­e che calava la droga da una finestra della fabbrica abbandonat­a)Ora Rfi sta facendo tagliare la vegetazion­e che nascondeva il traffico e i carabinier­i effettuano continui controlli
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La bonifica L’interno di uno dei bidoncini con le siringhe (Foto Giovanni Diffidenti)

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