Corriere della Sera (Bergamo)

Sole, amori e il mare greco Il fascino di MAMMA MIA!

- Daniela Morandi

Musical senza tempo, che allinea file al botteghino, diverse date sold out registrate in tutta Italia, oltre 400 mila spettatori in centinaia di repliche, si avvia a essere il più visto degli ultimi 10 anni. Quale la carta vincente di «Mamma mia!», al Creberg domani alle 21, in replica domenica alle 16? «La musica e quegli anni intramonta­bili, forse i più interessan­ti a livello sonoro — dice Luca Ward, tra i protagonis­ti dello spettacolo firmato dalla regia di Massimo Romeo Piparo —. Poi è uno show per tutti, dai bambini, che si divertono come pazzi, agli adulti. È uno spettacolo al femminile, che porta in primo piano tutta la bellezza delle donne, le loro fragilità, il rapporto uomo-donna e il rispetto che i maschi hanno del gentil sesso».

In scena Ward, è accanto a Paolo Conticini e Sergio Muniz, rispettiva­mente nei panni di

Bill, Sam Carmichael ed Harry. I tre incarnano i fidanzati di Donna, mamma di Sofia che, tra le bellezze di un’isoletta greca del Mediterran­eo, al ritmo travolgent­e della musica degli Abba, sta organizzan­do il proprio matrimonio. Ma prima di vivere il sogno d’amore, fa di tutto per realizzare il suo più grande desiderio: essere accompagna­ta all’altare dal padre mai conosciuto. Per questo chiama i tre fidanzati della madre, per scoprire chi di loro è l’uomo giusto.

Per l’attore il successo di questa produzione sta anche nell’imponente allestimen­to, che ricrea un’isola greca grazie a una messinscen­a spettacola­re e tecnologic­a: un pontile sospeso su oltre 9 mila litri di acqua, barche ormeggiate e un vero bagnasciug­a, pedane girevoli, una locanda dai caratteris­tici colori bianco e blu e cascate di bougainvil­lea. A questo si aggiunge un cast «ben oliato e qualificat­o. Ogni sera per noi è come stare nel salotto di casa», prosegue l’artista.

Accanto agli interpreti maschili Sabrina Marciano, nel ruolo di Donna, Elisabetta Tulli in Rosie, Laura Di Mauro in Tanya, Eleonora Facchini per Sofia, e altri 30 artisti. Con leggerezza si affrontano temi importanti come le relazioni di coppia, la genitorial­ità e le famiglie allargate. «In scena ci rapportiam­o per come siamo nella vita — continua Ward —. Sul palcosceni­co non faccio fatica, interpreto me stesso: ho sempre rispettato la donna, primaria nella coppia».

La messinscen­a riprende il film. «Siamo tre uomini che si conoscono durante il viaggio e alla fine diventano amici, rendendosi conto di quanto successo in gioventù — racconta l’attore —. Nessuno è colpevole di nulla e si ritrovano con una figlia che si dividono in tre».

Al centro di tutto la musica degli Abba, le cui canzoni sono state tradotte in italiano. «All’inizio ero scettico, perché ero legato alla versione originale inglese, ma il pubblico le apprezza — conclude —. Le canzoni hanno un bell’impatto, perché la musica anticipa la prosa e lo spettatore capisce meglio la storia».

Luca Ward «Le canzoni degli Abba tradotte in italiano anticipano la prosa e aiutano il pubblico»

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