Da Baschenis al Cessna, storie all’asta
Oggetti smarriti, di chi non paga o non è in regola. C’è la gara per il pacco sorpresa
Gli oggetti smarriti e mai più reclamati, come occhiali e iPhone. Ma anche mobili pignorati e automobili o aerei confiscati. All’Istituto vendite giudiziarie di via Maj c’è un mondo parallelo di merce vissuta e nuova. Dagli acquisti online bloccati alla dogana a tre quadri di Baschenis. L’asta di un Cessna è andata a vuoto, ma ora si è fatto avanti un acquirente. Ma la competizione scatta soprattutto per il pacco a sorpresa: dentro c’è di tutto, che cosa non si sa.
Metallo, argento, oro (forse), zirconi o pietre di valore. La direttrice dell’Istituto vendite giudiziarie, Roberta Guarnieri, riconosce anelli, bracciali, ciondoli e orologi a vista. Se ha qualche dubbio, li fa valutare. Il suo tavolo è coperto da una montagna di buste trasparenti che controlla velocemente come se sfogliasse una rivista. Sono i lost and found, gli oggetti dimenticati e mai più reclamati all’aeroporto di Orio al Serio che finiranno nella prossima asta, ad aprile. Non è il solo tipo di merce che viene battuta al civico 18D di via Maj. All’asta vanno anche mobili, quadri, tappeti pignorati a chi non ce la fa a pagare i debiti. Oppure, merce ordinata online dall’estero che viene bloccata alla dogana perché non vengono pagati l’Iva o i dazi. O, ancora, beni confiscati.
Occhiali piazzati a poche decine di euro, oppure beni più preziosi. Come una Maserati nera con targa albanese bloccata durante un controllo. Intestare l’auto in paesi dell’Est è un trucco per non pagare bollo, assicurazione e multe. Il proprietario avrebbe potuto mettersi in regola, ma non l’ha fatto. La Maserati è stata battuta all’asta per 7.000 euro (più Iva e spese varie).
Alcuni beni valgono molto e vanno ben custoditi. Un caveau è il posto giusto. Lì sono al sicuro, per esempio, tre quadri di Evaristo Baschenis pignorati: «Strumenti musicali e scrigno», «Strumenti musicali», «Natura morta» sono all’asta (telematica) a 33.600 euro, 47.600 euro e 8.400 euro. A ottobre erano rimasti invenduti; il 23 febbraio, dalle 12, inizierà la gara a colpi di clic.
In custodia al volo a vela di Valbrembo, c’è un Cessna costruito nel 1982 e immatricolato in Germania dieci anni dopo che, a settembre 2018, nessuno si era preso. Un acquirente si sarebbe fatto avanti ora. Vale 32.000 euro ed è all’asta per diritto di ritenzione. Per intendersi, è come il caso del meccanico che ripara un’automobile ma che non viene pagato, allora si prende il bene.
Nel seminterrato dell’Istituto, ci sono ancora le tracce dell’ultima asta, di venerdì 8 febbraio. Qualche scatola da ritirare e, per lo più, imballaggi e scaffali vuoti. Di 167 lotti, ne sono rimasti cinque. È stata battuta merce di ogni tipo per 13.600 euro in tutto a cui va aggiunto un 40-50 per cento tra imposte, dazi e pubblicità. «Merce di ogni tipo» è nel senso stretto dei termini. Perché c’è chi — un uomo — si è aggiudicato un sexy accessorio tutto lacci e borchie che era finito tra le scatole bloccate in dogana. C’è chi ha rilanciato per accaparrarsi un cappottino in ecopelle, ma non si è filato un set di tre paia di scarpe più borsa griffate, in morbida pelle, a 300 euro, o capi di abbigliamento che di euro ne valgono 4.000 ma sono di una marca nota più agli intenditori. Nessuno si è preso nemmeno tre credenze, da sistemare ma di legno massello, a 100 euro.
La competizione, però, scatta soprattutto per il pacco a sorpresa. In una scatola o in una valigia, sotto il controllo dei funzionari doganali, vengono messi oggetti di diverso genere. «Basta che una persona rilanci perché subito un’altra la segua. Scatta un meccanismo psicologico — lo descrive la direttrice —, probabilmente si pensa che chi rilancia conosca il contenuto della scatola. Invece non è possibile e spesso nemmeno noi lo ricordiamo».
Se i ripiani sono vuoti, il pavimento è coperto da scatoloni e scatole. Roba per la prossima asta. In una confezione, sembra dalle scritte esterne, potrebbero esserci palline da golf. Sull’etichetta si notano delle scritte cinesi. Il tipico meccanismo è l’acquisto a prezzi molto bassi, senza fare i conti con l’Iva da pagare in dogana. Così, il pacco non viene ritirato.
Da uno scatolone spuntano iPhone, iPad, Kindle, tanti, e altri beni tecnologici lost and found pronti per essere battuti o messi nel pacco a sorpresa. La maggior parte ormai ha codici segreti o impronte digitali per l’accesso, inoltre la
La competizione Scatta per i pacchi con oggetti vari ma il cui contenuto è sconosciuto
sim viene tolta, ma l’Istituto (che ha la veste di pubblico ufficiale) ha chiesto alla Apple che questi strumenti vengano resettati.
«A volte si fanno dei veri affari — lo vede la direttrice (chi ci lavora non può partecipare) —. Vediamo spesso gli stessi volti, ci sono anche dei commercianti che vengono qui abitualmente. Oppure amici o parenti, per recuperare gli oggetti pignorati. Non possono farlo il debitore e il curatore. Da qui si colgono anche gli andamenti del mercato. Delle auto, dei tappeti, dei mobili, per esempio».
Nel locale delle aste, accanto alle seggiole bluette spicca un mega tappeto color rosso e panna. È un buon oggetto — assicurano all’Istituto — ma nessuno se lo porta a casa. Per questione di spazi, oppure perché non va più di moda.