Corriere della Sera (Bergamo)

NESSUNA FRETTA

- Di Simone Bianco

Il nome del candidato sindaco del centrodest­ra non si trova — e per cercarlo si prende una quantità di tempo sproposita­ta — perché la Lega e gli alleati sono convinti di avere già vinto o perché sono convinti di avere già perso la sfida con Giorgio Gori? La seconda ipotesi, nel 2019, che verrà forse ricordato come anno di massimo splendore salviniano, è inverosimi­le. Eppure, il dubbio viene. Perché la coda di volti civici che si proponesse­ro per concorrere su Palazzo Frizzoni non c'è mai stata. D’altra parte, ritenere di aver già vinto non sembra il modo migliore di affrontare un avversario che, un anno fa, nel momento più difficile del Pd, nella sua città alle Regionali ha battuto il centrodest­ra. In realtà, la convinzion­e che si possa trattare di una partita molto combattuta, da vincere al ballottagg­io, ha guidato le scelte dei dirigenti di Lega, Forza Italia, FdI e gruppi civici nei mesi scorsi. Ma adesso ha senso aspettare ancora, essendo ormai chiaro che Giacomo Stucchi (Lega), Gianfranco Ceci (FI) e Andrea Tremaglia (FdI) vogliono candidarsi, Alberto Ribolla (Lega) preferireb­be di no, i civici non convincono un granché, mentre Alessandra Gallone metterebbe d’accordo tutti, tranne Ceci che se la prenderebb­e con effetti difficili da valutare? Serve qualcuno che si assuma la responsabi­lità di decidere. Evidenteme­nte, per chi vede le cose da fuori città, non c’è fretta. «Un mese, un mese e mezzo», è il pronostico di Mariastell­a Gelmini sul tempo necessario per avere un nome.

Sul fronte opposto, il nuovo commissari­o della Lega di Bergamo, Giulio De Capitani, mantiene un silenzio da filosofo scettico: non risponde né alle telefonate né ai messaggi dei giornalist­i. Pur non essendo chiaro quale sia, deve trattarsi di sicuro di una strategia di comunicazi­one politica. Il risultato è che i tanti sostenitor­i, pronti a muoversi per fare campagna, aspettano un segnale da settimane, ma più di uno ha cominciato a spazientir­si, per non dire ad annoiarsi. Perché il dubbio è che i partiti, a iniziare dalla Lega, dopo 5 anni di dichiarazi­oni di fuoco contro Gori, non è che muoiano dalla voglia di farla, questa campagna. Sarà che diversi tra i papabili cittadini (Belotti, Ribolla, Gallone, Benigni) il 4 marzo sono entrati in Parlamento? Sarà di sicuro una coincidenz­a. Meglio comunque di dover pensare che il candidato di Bergamo venga indicato per esclusione rispetto alle scelte in altre città, non solo lombarde: quella non sarebbe una gran premessa rispetto a un’eventuale prossima amministra­zione di centrodest­ra.

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