Brebemi: «Grazie all’A35 investito un miliardo»
Il valore dei nuovi siti produttivi. Bazoli: l’opera si è rivelata necessaria
Quasi tre milioni di metri quadrati per 18 insediamenti produttivi e un investimento di 913 milioni di euro che porteranno 3.620 posti di lavoro e 577 milioni di euro di benefici sui territori. Sono i dati più eclatanti dello studio sull’impatto dell’A35 commissionato da Brebemi ad Agici Finanza d’Impresa.
«Siamo andati a valutare — spiega Andrea Gilardoni che ha condotto la ricerca — gli effetti di Brebemi tra il 2014 e il 2018 scoprendo che il suo influsso è andato ben oltre ogni aspettativa». Una crescita andata di pari passo all’aumento del traffico, dagli 8 mila veicoli al giorno del 2014 ai 20.100 del 2018 (+ 151%).
«Nello studio abbiamo tenuto conto solo degli insediamenti certi, con contratti già siglati — precisa il ricercatore Michele Perotti — . Sono 18, di cui 6 già stati costruiti e impiegano 520 persone». Tra questi sono preponderanti le logistiche, dalla Amazon di Casirate con i suoi 50 milioni di investimento e la Italtrans a Calcio, 120 milioni. Sono conteggiati i progetti già noti come Md a Cortenuova, Italtrans a Covo, Magris group a Fara Olivana e quelli ancora senza nome nella zona industriale di Caravaggio (si fa il nome ancora di Amazon) o Cividate. Una corsa solo all’inizio, come dimostra la notizia arrivata proprio ieri di un nuovo maxi insediamento a Casirate. Dove Eni ha ceduto un’area da 107 mila metri quadrati rimasta dagli impianti petroliferi degli anni ‘70, a fianco di quella dove si è insediata Amazon. Anche in questo caso non si sa chi sarà il cliente finale.
Tutte operazioni che hanno portato nelle casse dei Comuni 22 milioni di euro di oneri. Positivo l’impatto sull’occupazione in particolare nella Bassa, dove, nonostante il rallentamento dell’economia nel 2018, i nuovi contratti di lavoro sono cresciuti del 9,9% a fronte di una disoccupazione del 4%. L’effervescenza si riverbera anche sul mercato immobiliare in cui crescono del 30% le compravendite, anche se l’effetto al momento non si trasferisce ai prezzi.
Infine la ricerca valuta e monetizza tra il 2014 e il 2018 il tempo risparmiato utilizzando Brebemi (258 milioni di euro), i minori costi di trasporto (235 milioni), il minore inquinamento (70 milioni) e i minori incidenti (2,8 milioni), con un totale di benefici ambientali ed economici per 577 milioni.
«La recessione è ben lontana da Brebemi — commenta il presidente di A35 Francesco Bettoni —. Anzi, siamo solo all’inizio di uno sviluppo che vedrà come prossime tappe l’esperimento di elettrificazione per i camion e il progetto di un’autostrada ad economia circolare che produce e consuma l’energia elettrica di cui ha bisogno».
«Brebemi — dice Giovanni Bazoli, presidente emerito di Banca Intesa, tra i primi sostenitori del progetto dell’A35 — era un’opera assolutamente necessaria e solo ora si comincia a vederne il potenziale. Chi la valuterà in futuro non potrà che dire: era naturale farla». «L’A35 è un modello — sottolinea Gianantonio Arnoldi di Cal, la concessionaria autostrade regionale —. Ora serve completare la rete
❞ Adesso bisogna continuare con nuove opere, come l’interporto Gianfranco Gafforelli Presidente Provincia
infrastrutturale di cui l’A35 fa parte: da Pedemonatana alla Bergamo-Treviglio».
Una preoccupazione, questa, rilanciata dall’assessore regionale alle Infrastrutture Claudia Terzi e condivisa dal presidente regionale Attilio Fontana. Su questa linea anche il presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli, che però va oltre: «È necessario continuare a investire in opere attese da tempo. Oltre alla Bergamo-Treviglio non si può più rimandare la realizzazione di un interporto. La collocazione ottimale non potrà che essere frutto della condivisione con i rappresentanti del territorio, ma è il momento di decidere». La «collocazione ottimale» sarebbe Cortenuova, dove è avviata la discussione per accogliere lo scalo merci in sostituzione di quello di Bergamo. Un progetto che verrebbe potenziato passando da 40-50 mila ad almeno 300 mila metri quadrati.
Fuori dal coro invece Coldiretti. «Tra Brebemi, Tav e fasce intercluse — spiega il presidente Alberto Brivio — abbiamo avuto oltre 5 milioni di metri quadrati di terreno consumati. Un impatto devastante per molte aziende agricole. La notizia di continui insediamenti, spesso sua aree verdi, non può che preoccuparci. Il rischio è di trasformare la pianura in un’unica piattaforma di cemento con uno sviluppo disordinato e senza logica. È un allarme che lanciamo alla politica: si faccia carico di una programmazione che tenga conto delle esigenze ambientali».