«Teoria gender negli asili». È scontro
Lega all’attacco: a rischio la famiglia tradizionale. L’assessore: diffondono paure
La Lega attacca la giunta Gori dicendo che «demolisce la famiglia tradizionale». I deputati Alberto Ribolla e Daniele Belotti spiegano che il Comune promuove «corsi gender negli asili a spese dei contribuenti». Ribatte l’assessore Loredana Poli, spiegando che all’interno del percorso formativo per operatori dei servizi c’è una sola giornata organizzata con l’Associazione Orlando e che la «teoria gender» non esiste.
Il primo a sollevare la polemica è il deputato leghista Alberto Ribolla, che in molti nel Carroccio vorrebbero facesse il candidato sindaco del centrodestra. Su Facebook pubblica una lunga nota, firmata anche dal deputato Daniele Belotti, per attaccare la giunta Gori che, secondo loro, «demolisce la famiglia tradizionale». Poi la spiegazione leghista: «Corsi gender negli asili e nelle ludoteche a spese dei contribuenti». Sui social si scatenano i commenti: qualcuno a favore della Lega («Condivido pienamente la battaglia»), altri contrari («Come se questa fosse la questione più importante in un momento così delicato»),
❞ La famiglia tradizionale è un cardine della nostra società Alberto Ribolla Lega
mentre altri ancora attaccano Ribolla sul lato personale («Che proprio tu faccia un’operazione di questo livello è choccante», scrive l’ex presidente di Arcigay Bergamo, Luca Pandini).
Nel mirino del Carroccio finisce il sito www.bambiniegenitori.bergamo.it, curato dall’assessorato all’Istruzione del Comune, in particolare, un articolo intitolato «Rosa o Azzurro?». «L’assessorato all’Istruzione — scrivono Ribolla e Belotti, che è anche capogruppo della Lega in commissione Istruzione alla Camera — sta operando con l’Associazione Immaginare Orlando e la Cooperativa Impresa Sociale Hg80 per un
❞ La «teoria gender» non esiste, esistono invece i pregiudizi Loredana Poli Assessore
progetto finalizzato a disconoscere la distinzione, basata sul genere, tra maschio e femmina, tanto da chiedersi se “sia così opportuna e utile”».
Il sito del Comune parla del «rispetto delle differenze». Chi ha scritto l’articolo finito nel mirino dei leghisti spiega di aver analizzato il catalogo di una grande catena di negozi di giocattoli. Ai bambini vengono proposti soldatini, armi, mezzi e attrezzi da cantiere. Alle bambine, invece, il carrello delle pulizie, l’asse e il ferro da stiro. «I maschi — si legge sul sito curato dal Comune — sono dipinti come dinamici e coraggiosi, le femmine sono immaginate come casalinghe e vagamente esibizioniste». I
La spiegazione
«Il percorso formativo per operatori prevede una sola giornata con l’Associazione Orlando»
leghisti, che sulla vicenda presenteranno un’interrogazione in Consiglio comunale, chiedono al sindaco Giorgio Gori «di interrompere questo progetto che prevede “un percorso formativo, attorno al tema dell’educare alle differenze, che coinvolgerà in momenti e in modi diversi educatrici ed educatori dei Nidi comunali e accreditati, le Ludoteche comunali in collaborazione col Consorzio Solco Città aperta e i Gruppi di discussione per genitori del Comune”. La famiglia va difesa non certo demolita, fin dall’età infantile».
A Ribolla e Belotti risponde l’assessore Poli e spiega che il Centro Famiglia e i Servizi per l’Infanzia propongono ai genitori molte tematiche di formazione e confronto. «Il percorso formativo per operatori dei servizi che stiamo programmando — spiega l’assessore — prevede una sola giornata organizzata in collaborazione con l’Associazione Immaginare Orlando e condotta dalla professoressa Irene Biemmi, docente di Pedagogia sociale al Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell’Università di Firenze». Poi nel merito della polemica: «Il Comune di Bergamo — scrive l’assessore — non si lancia nella “teoria gender” perché tale teoria non esiste. Esistono i pregiudizi nei confronti degli altri ed esistono le discriminazioni. Lo vediamo ogni giorno nella mancanza di rispetto così diffusa nelle nostre giornate e legata a idee preconcette: guidi male perché sei una donna, mi rallenti perché sei anziano, sei scema perché sei bionda... La cosiddetta “teoria del gender” è stata creata dai suoi oppositori che la usano come spauracchio contro la serena educazione dei figli e delle figlie. Le famiglie non hanno bisogno di fantasmi inesistenti di cui avere paura quando ci sono temi educativi reali e urgenti che oggi ci chiamano a fare maggiore attenzione alla crescita dei nostri bambini e bambine». (s.s.)