Il bunker in casa (ma per le avversarie)
Sarà che per l’Atalanta non fa differenza giocare in casa o fuori. L’atteggiamento è sempre quello di voler esprimere il proprio gioco, a prescindere dal blasone dell’avversario o dalla geografia. Un altro tratto della filosofia calcistica di Gasperini che spiega il successo dei nerazzurri in trasferta (20 punti, solo la Juve con 31 ha fatto meglio) e che non spiega quello che accade in casa. Perché il ruolino dei bergamaschi sotto le Mura incomincia ad assumere dei contorni preoccupanti considerato che qui hanno conquistato solamente 18 punti (per dire, gli stessi del Cagliari...). Insomma lo stadio di Bergamo (foto) è un bunker, ma per gli avversari che escono con il sorriso troppo spesso sfruttando un atteggiamento quasi remissivo; all’italiana, si diceva un tempo, del tutti dietro la linea della palla e poi via in contropiede. Una tendenza che è una costante durante la gestione Gasperini se anche l’anno scorso lo spread tra risultati in casa e in trasferta è stato minimo (33 e 27 punti); idem due stagioni fa (40 e 32 punti).
La speranza è che, con la fine del campionato e l’avvicinarsi delle scadenze per i diversi obiettivi che avrà chi arriverà a Bergamo (dalla salvezza a un posto al sole in Europa), gli avversari mettano la testa fuori dal bunker.