Fai: per le Mura un futuro da ripensare
Il capo delegazione: il parking ora va finito
Nel giorno in cui 50 mila persone affollavano i Mercatanti, in 5 mila erano invece alle Giornate del Fai. Due offerte diverse che si fanno concorrenza, tanto che il Fai da anni in ottobre evita la città: «Così cerchiamo alternative — dice il capodelegazione —. Per l’offerta culturale va trovato un modo per valorizzare le Mura».
In cinquemila in fila davanti a chiese, palazzi, quadri e telai, e altri 50 mila a sfilare tra le bancarelle di goloserie da tutta Europa. Modi diversi di vivere un sabato bergamasco in cui succede che si facciano concorrenza le Giornate d’autunno del Fondo ambiente italiano e i Mercatanti in Fiera. E se questi ultimi hanno raggiunto quota 110 mila nei primi tre giorni portando alla chiusura di via Roma e mirando a sfondare quota 150 mila oggi, il Fai ha già superato di 800 presenze il primo dei due giorni dello scorso anno.
Sono stati 4 mila i visitatori in quattro ore in undici beni a Gandino, fra i 425 di Palazzo Radici e i 440 del Palazzo del Vicario, ai 471 di Palazzo Caccia Spampatti. Sono stati invece 455 le persone a Ponte San Pietro, fra le 85 alla Chiesa nuova, le 110 alla Chiesa vecchia, le 100 a San Marco e le 160 al Ricovero antiaereo. A Calcio in tanti hanno seguito l’itinerario che si è snodato fra Castello Silvestri (252 ingressi), il percorso fra i murales (90), Palazzo Vezzoli Turra (203), la Vecchia Pieve di San Vittore (300) e la Torre Campanaria (70, ma c’era il numero chiuso).
«È il riconoscimento dell’originalità delle nostro proposte — commenta il capodelegazione di Bergamo Claudio Cecchinelli —. È facile proporre ville o castelli, meno offrire la scoperta di paesi come Calcio o Ponte San Pietro. Diamo un taglio diverso da quello tradizionale e la gente si fida, perché c’è voglia di ascoltare storie. Non la Storia più convenzionale, ma le vicende di un bene che noi collochiamo nel tempo e nello spazio. La gente ascolta, fa molte domande e, come abbiamo scoperto, ritorna».
Grande assente la città, che paga proprio la concorrenza dei Mercatanti: quattro anni fa avevano lasciato solo 54 visitatori all’ultimo bene Fai aperto a Bergamo negli stessi giorni. Cecchinelli la prende con filosofia: «Hanno una tradizione in città più lunga di noi e sono una fiera internazionale che si colloca in un calendario molto denso, in quello che è l’ultimo periodo utile prima dell’arrivo del freddo. Ma ci dà uno stimolo a creare proposte alternative». Resta il fatto che il capoluogo potrebbe essere meglio valorizzato: «Bergamo ha potenzialità ancora inespresse, soprattutto nella parte bassa. Pignolo o Borgo Santa Caterina potrebbero essere utilizzati come bacini in cui indirizzare i turisti che affollano Città Alta: sono zone vive, non da cartolina, e possono narrare la qualità della vita dei bergamaschi. Magari non con grandi iniziative difficili da togliere dal Sentierone, ma con mostre di valore o con spettacoli nei teatri, per rendere più diffusa l’offerta culturale nelle aree meno centrali».
Capitolo a parte la tutela e la valorizzazione di Città Alta: «Con le normative attuali i Comuni non possono fare molto, come invece succede ad Amsterdam o Barcellona, per proteggere i loro centri storici. Da noi non si può impedire al residente di lasciare il borgo antico per mettere a reddito la sua casa. I Comuni dovrebbero avere più poteri. Fai e Italia Nostra a Venezia hanno protestato a lungo contro le grandi navi, ma ci si è mossi solo quando sono nati problemi di sicurezza».
Le Mura sono Patrimonio Unesco, ma molti lamentano la ferita del parcheggio di via Fara: «È di una concezione vecchia, forse andava pensato in un altro modo anche per le condizioni geologiche e oggi verrebbe fatto diversamente. Ma ormai è in corso e va concluso: il ripristino sarebbe un falso. E se è il prezzo da pagare per togliere le auto dal viale delle Mura e da piazza Mercato del Fieno, ben venga». Resta da capire come valorizzare le Mura. «Il riconoscimento Unesco deve fare sì che il bene venga vissuto, altrimenti è poco più che una medaglia. Visto che gli itinerari ai loro piedi sembrano irrealizzabili, si devono studiare nuove modalità di fruizione di un sistema molto complesso, andando oltre il manufatto e narrando cosa ha portato alla sua costruzione, come vivevano le milizie che se ne occupavano, che effetti ha avuto sulla città allora e quali ne ha oggi, con iniziative esperienziali. Ci si sta dando molto da fare, dal Museo delle Storie ai nuovi progetti delle guide turistiche, e c’è un sentimento comune. Le Mura dovrebbero essere sentite dai bergamaschi come di loro proprietà. Il criterio del Fai è che un bene è pubblico non perché affidato alla pubblica amministrazione ma perché la collettività lo sente suo, con un senso di identità e appartenenza».
❞ Il parking di Città Alta ora sarebbe pensato diversamente, ma ormai va concluso. Se è il prezzo da pagare per togliere le auto dal viale e dal borgo, ben venga. Va valorizzata anche Città Bassa, e le Mura devono essere sentite dai cittadini come loro proprietà, con senso di identità
Claudio Cecchinelli
Capo delegazione Fai
Gandino
Ieri ci sono stati 4 mila visitatori in quattro ore, per oggi ci si attende il tutto esaurito
Bancarelle
I clienti sono stati 110 mila in quattro giorni, si mira a quota 150 mila per stasera