Carona, gli impianti e l’offerta fantasma
Annunciata dall’uomo della cordata estiva, ma non pervenuta: «Colpa della mail»
«Lei ha per caso la Pec del fallimento?». Il commercialista Antonello Di Iorio, 53 anni, da Campobasso, a un certo punto si affida all’aiuto da casa. Negli ultimi giorni, in Val Brembana, si è tornati a parlare di lui. Non dei suoi passati guai con la giustizia, che tanto hanno infuocato le chat degli appassionati della saga Brembo Super Ski l’estate scorsa. Online è facile recuperare le sentenze della Cassazione che lo riguardano. Una del 2015 lo condanna per aver contraffatto il pass di una napoletana invalida: l’aveva scoperto la polizia locale di Milano nel 2010, il documento era fotocopiato. Un’altra del 2016 è per l’omesso versamento di 18 mila euro di ritenute previdenziali. E due anni fa, a dicembre 2017, per un falso in atto pubblico.
No, oggi l’argomento è superato dalla proposta che Di Iorio sostiene di avere inviato, mercoledì, ai curatori fallimentari della società sciistica per acquistare gli impianti all’asta a 2 milioni e 100 mila euro. Non solo affittarli, acquistarli proprio. Dopo il quarto tentativo di vendita andato a vuoto e il recente passo indietro della Imprese turistiche barziesi, è la svolta tanto attesa? Parrebbe il contrario. Gli emissari del tribunale non parlano, ma a quanto risulta a loro nulla è pervenuto. «Forse c’è stato un problema di Pec — ipotizza Di Iorio al telefono —. Abbiamo inviato la proposta mercoledì e riprovato ieri (venerdì per chi legge, ndr). Lei sa qual è l’indirizzo giusto?». Verrebbe da ridere, ma è tutto fuorché una barzelletta. «Comunque — aggiunge il commercialista —, dal Comune di Carona abbiamo ricevuto il messaggio di avvenuta lettura».
Vero. All’amministrazione guidata da Giancarlo Pedretti la mail all’«egregia curatela» della «Brembo Super Sky» (peccato che sia «Ski» come «sci») è arrivata per conoscenza. Contiene un’offerta di poche righe in cui Di Iorio, come amministratore unico della Garum Srls, si dice disposto ad affittare la stazione per due anni a 80 mila euro e poi a rilevarla a un milione e 200 mila. Inciso: la Garum ha sede in provincia di Campobasso e 1.000 euro di capitale sociale. «È una mia società di consulenza che fa anche qualcosa nell’immobiliare», spiega Di Iorio. L’affare, nato dal contatto con Ezio Berera, consigliere provinciale una vita fa e papabile gestore, sarebbe tutto suo. Da una parte, si sarebbe volatilizzato il presidente della Coldiretti del Veneto Daniele Salvagno, nei mesi scorsi dato come l’investitore dietro le quinte (lui non ha mai confermato). Dall’altra, il sindaco Pedretti prende le distanze: «È una proposta autonoma — precisa —. Ci eravamo impegnati a costituire una società pubblico-privata e con Di Iorio avevano anche incontrato i curatori. Ma quando è stato il momento, nessuno si è fatto avanti». Né via Pec né via piccione viaggiatore. (mad.ber.)