Le chitarre dialogano con gli archi e l’armonica nel suo ultimo progetto
È un miracolo che sia ancora vivo: ogni volta che la stampa britannica parla di Pete Doherty il commento è immancabilmente questo. Del resto, non era affatto scontato che dopo anni di droghe ed eroina il frontman di Libertines e Babyshambles — chiacchieratissimo ex della top model Kate Moss — sarebbe stato ancora tra noi. Eppure eccolo di nuovo in tour in Italia, questa volta con The Puta Madres, progetto messo in piedi con amici di varia provenienza, tra cui il chitarrista Jack Jones dei Trampolene: stasera ai Magazzini Generali il gruppo proporrà un concerto costruito attorno al recente «Peter Doherty & The Puta Madres», album registrato in un paesino di pescatori in Normandia, che vede Doherty sfoderare il suo innegabile talento di songwriter in 11 tracce tra garage rock e folk-punk sbilenco, fragilità emotiva, spirito bohémien e amore per Lou Reed.
Da questo disco, in cui le chitarre dialogano con il suono del violino e dell’armonica, nel live milanese la band dovrebbe pescare la ballata «Paradise Is Under Your Nose», «Travelling Tinker», omaggio di Doherty all’amico e collaboratore morto di overdose Alan Wass, e «Who’s Been Having You Over», brano contagioso con evidenti richiami a Libertines e Babyshambles. I quali non mancheranno in scaletta, in particolare dei secondi Pete Doherty & The Puta Madres dovrebbero suonare l’inno «Albion», dei primi «You’re My Waterloo». Non bastasse, si potrà apprezzare dal vivo qualche episodio dal repertorio del Doherty solista, tra cui «Hell To Pay At The Gates of Heaven», canzone ispirata all’attacco terroristico al Bataclan di Parigi del 13 novembre 2015. «Come on boys, choose your weapons», «su, ragazzi, scegliete le vostre armi», recita il testo, laddove l’alternativa è tra una chitarra Gibson e il fucile AK-47. Meglio la musica che la guerra, insomma: su questo Doherty ha le idee chiare.