Il prezioso panno commissionato da Francesco I nella Sala delle Cariatidi Intorno all’arazzo dell’Ultima Cena
Sul retro del manufatto viene proiettato un tableau vivant gemello Un viaggio in Sicilia con i Masbedo
Se il Cenacolo di Leonardo è stato il primo dipinto della storia dell’arte diffuso attraverso i mezzi di riproduzione di massa (all’epoca le incisioni a stampa), l’arazzo commissionato dal re di Francia Francesco I e da sua madre Luisa di Savoia ne è stata una delle primissime copie. Tessuta forse nelle Fiandre con fili d’oro, argento e seta e probabilmente eseguita addirittura sotto la sorveglianza di Leonardo che all’epoca viveva ancora ad Amboise. L’arazzo è tornato nei mesi scorsi nella cittadina francese per una mostra che ora, sulla strada verso Roma, fa tappa nella sala delle Cariatidi di Palazzo Reale (fino al 17 novembre). L’occasione per ammirare l’enorme panno è unica perché, da quando nel 1533 fu regalato da Francesco I al papa Clemente VII, è la prima volta che esce dai Musei Vaticani. Per ottenerne il prestito, il Comune di Milano e il Castello di Clos Lucé ad Amboise, si sono impegnati a finanziarne il restauro durato quasi due anni.
L’esposizione, curata da Pietro Marani, è arricchita da altri due arazzi facenti parte della serie dei Mesi Trivulzio, tessuta a Vigevano tra il 1503 e il 1509 su disegno del Bramantino e probabilmente vista da Francesco I in occasione del suo soggiorno presso il maresciallo Trivulzio. Il confronto con questi due manufatti
Idue piani della Fondazione Ica Milano, Istituto Contemporaneo per le Arti in via Orobia 26, sono in questi giorni interamente occupati dal progetto espositivo dei Masbedo che ha per focus la storia della Sicilia. Sotto il titolo «Perché le frontiere cambiano», il duo formato da Nicolò Massazza (1973) e Iacopo Bedogni (1970) ha raccolto lavori precedenti e opere inedite legate alla complessità culturale dell’Isola. Per esempio la vicenda della storica casa di produzione cinematografica Panaria Film, fondata a metà degli anni 40 da Francesco Alliata, si intreccia con la testimonianza del sindaco di Palermo Leoluca Orlando e con riferimenti alla cinematografia di Vittorio De Seta, Ugo Gregoretti, Francesco Rosi e Luchino Visconti. Fino ad arrivare alle questioni più attuali che coinvolgono la comunità Tamil di Palermo. Di nuovo, quindi, i Masbedo si misurano con i temi da loro più frequentati: la storia del cinema e il suo legame con la performance mettendo in scena una riflessione sulla capacità della memoria di influenzare la cultura. Curata da Alberto Salvadori, la mostra è aperta fino al 10 novembre a ingresso libero. provenienti dal Castello Sforzesco permette di apprezzare ancora più chiaramente quale respiro ampio avesse la composizione leonardesca rispetto alle soluzioni più affollate del Bramantino, che pure colse dal genio da Vinci molti suggerimenti. Confronti e riflessioni sono fornite ai visitatori anche dalla piccola introduzione di medaglie, bassorilievi, incisioni e ritratti di Francesco I e Luisa di Savoia. Infine, proprio nel retro del grande arazzo, su uno schermo di uguale grandezza, viene proiettato un tableau vivant dell’Ultima Cena filmato da Armondo Linus Acosta con i premi Oscar Vittorio Storaro, Dante Ferretti e con Francesca Lo Schiavo. (foto) Per MilanoOltre, stasera all’Elfo Puccini va in scena lo spettacolo «VN Solo» di Cristina Kristal Rizzo.
Corso Buenos Aires 33, ore 21,
e16,50