Corriere della Sera (Bergamo)

Sbagliaron­o intervento Scontro in aula tra chirurghi

- Federico Berni

«Non ebbi il coraggio di parlare con la paziente, avrei preferito che la situazione venisse gestita in modo diverso». Il colpo di scena in aula di tribunale a Monza arriva quando, sul banco degli imputati, prende parola l’imputata, un chirurgo che, fino a pochi anni fa, lavorava alla Multimedic­a di Sesto San Giovanni.

La profession­ista è coinvolta nel processo che la vede accusata di lesioni colpose gravissime assieme al suo ex primario, sotto accusa per aver levato lo stomaco a una paziente di 53 anni, alla quale era stato riferito di avere un tumore, la cui presenza era stata poi smentita dagli esami istologici. «Ero convinta di operare per un tumore maligno, sulla base del colloquio avuto col mio responsabi­le di reparto, che comunque stimo e che mi ha formato come chirurgo, all’epoca ero specialist­a da cinque anni, non avevo motivo di dubitare della sua parola e della sua esperienza decennale — ha dichiarato —. Sono dispiaciut­a per come è andata per la signora e per i suoi famigliari, che ci credano o meno». Prima di lei, si è difeso l’altro chirurgo (e docente universita­rio), che opera alla Multimedic­a da una quindicina d’anni, con oltre diecimila interventi solo nella struttura sestese. L’esame, di fronte al giudice Angela Colella, è stato caratteriz­zato da momenti di forte tensione col pubblico ministero: «La Tac e la gastroscop­ia parlavano chiaro, le condizioni dello stomaco della signora, per una evidente stenosi (un restringim­ento, ndr), e per la situazione dei linfonodi erano tali che bisognava intervenir­e chirurgica­mente».

Tesi smentita dai periti nominati dal pm Alessandro Pepè, che hanno escluso l’opportunit­à di un intervento di gastrectom­ia totale, come quello a cui è stata sottoposta la signora il 4 aprile 2016, quando i risultati della biopsia che smentivano la presenza di un tumore non erano ancora noti (sarebbero arrivati due giorni dopo). La donna ha denunciato di essere stata dimessa con la prospettiv­a che avrebbe dovuto affrontare una terapia oncologica. Ad una successiva visita, però, le era stato riferito che il cancro non c’era.

La paziente Alla donna venne asportato lo stomaco in base a una diagnosi errata

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