Ciserano, per il «corvo» è guerra tra grafologi
Ciserano: già assolto, Foglieni è di nuovo sotto accusa Sei missive di minacce contro la demolizione delle torri
Assolto nel 2015, l’ex sindaco di Ciserano Mario Foglieni è di nuovo a processo per altre missive anonime ad ex amministratori. Lui respinge le accuse. In aula è scontro tra consulenti grafologhe.
La «v» con il tratto finale verso l’alto, la «a» con il ricciolo, la «i» con il puntino cerchiato, trattini, virgole, a capo. Sono dettagli del mondo tanto complicato quanto affascinante della grafia che più volte è entrato nelle aule dei tribunali. Anche ieri, per accertate l’autore di sei lettere con teschi e minacce. Un sospettato c’è e il suo nome porta nel processo un altro mondo, quello della politica, di ex sindaci e vice, di conflitti ricomposti, di torri (i palazzi di Zingonia) da abbattere che sono state abbattute. Ciserano. Imputato è Mario Foglieni, sindaco dal 1985 al 1999. Parte civile con l’avvocato Camilla Noris è Enea Bagini, che è stato sindaco fino a giugno. Persone offese sono sua madre e sua zia, destinatarie di alcune missive. E Antonio Cattaneo che è stato suo vice, oltre che di Foglieni, ed è indagato per la presunta frode della cooperativa Interjob. Le torri c’entrano, perché nelle lettere è stato scritto: «Se le torri cadono a terra, tua moglie o tua figlia vanno sotto terra». L’autore ha anche minacciato un rapimento.
È una storia che parte da lontano e ha avuto nuove evoluzioni: un vero giallo su cui deciderà il giudice Andrea Guadagnino. Foglieni era già finito sotto processo per delle lettere anonime del 2010 e, a marzo 2015, è stato assolto dal giudice di pace di Treviglio. Dal 2013 al 2015 ne sono arrivate altre, finite in denunce contro ignoti. Il nome sul fascicolo è stato scritto dopo due consulenze grafotecniche disposte dalla procura. Qui la faccenda si complica, tanto che nel rinviare il processo al 26 novembre il giudice ha accennato alla possibilità di disporre una perizia. Per ora, infatti, si scontrano quelle di parte. Due dell’accusa attribuiscono le lettere anonime all’imputato. quella della difesa le contesta.
Adriana Pozzi, per il pm, ha esaminato due missive e le ha confrontate con un «saggio grafico» scritto dall’imputato, un’agenda e appunti. Ha trovato lo stesso intercalare tra corsivo e stampatello, lo stesso trattino finale del numero 1 con un’asola («è molto personalizzato»), la v «spavalda», le virgole «significativamente lunghe». Claudia Leidi, altra consulente del pm, ha confrontato le sei lettere con un saggio grafico scritto dall’imputato in stampatello.
Ma Laura Ricci, l’esperta della difesa (avvocato Federico Merelli) ha contestato il lavoro delle colleghe. «Non si possono comparare lettere in corsivo con un scritto in stampatello. Sono stati presi dei tasselli, ma non è stato valutato il contesto. Foglieni scrive con una pressione esagerata che in queste lettere non c’è. Nelle missive, inoltre, la scrittura è ordinata e fluida, la sua non lo è». Quanto ai dettagli, «il senso di rotazione della “o” è opposto e le “a” di Foglieni sono staccate dalla parola». I nodi sono anche altri. L’autore scrive strafalcioni come «scielta» che a detta dei testimoni non appartengono all’imputato. L’avesse scritto lui, sarebbe un depistaggio. Chi minacciava era contrario all’abbattimento delle torri, mentre Foglieni era favorevole. E lui stesso, a marzo, ha ricevuto una lettera anonima. Inoltre, ieri è emerso che un documento preso in Comune per una comparazione privata non era stato scritto dall’imputato. «Bagini mi aiuti?». Foglieni è su una sedia a rotelle e per scendere tre scaloni chiede braccia forti, subito disponibili. In aula governa il codice penale, fuori il fair play.
I dettagli a confronto Per le esperte del pm «ricci», virgole e puntini sono dell’imputato, la difesa le contesta