Gasp, la lezione ai baby tifosi
Gasperini ha risposto alle domande dei piccoli tifosi a Oriocenter «Giocate e divertitevi: alla vostra età giravo sempre con la palla sotto braccio»
«Mister, ce l’hai un cane?». È una delle domande fatte a Gian Piero Gasperini ieri a Oriocenter. L’allenatore atalantino ha incontrato i giovani tifosi e risposto alle loro curiosità, trovando il modo anche di parlare di calcio: «Contro il City martedì la partita più dura perché il Manchester può vincere la Champions. Zapata? Fuori per tre settimane».
È già Natale? Non proprio, non ancora... Eppure un signore (molto affabile, per l’occasione) dalla chioma bianca, risponde alle letterine di tanti bambini. Due indizi non fanno una prova. Gian Piero Gasperini non è Babbo Natale. È sbarbato e ha un fisico molto più esile. Per il resto, a Oriocenter l’allenatore catalizza l’attenzione dei più piccoli. Per loro, il centro commerciale ha organizzato l’evento che ieri, giorno del 112esimo compleanno dell’Atalanta (per cui il mister chiede «un bell’applauso»), si è di gran lunga imposto sugli altri intrattenimenti. Di questi tempi, un autografo e una foto con Gasp valgono più della coda per provare il nuovo smartphone, o di un biglietto per il disneyano «Maleficent».
Gasperini si presenta così: «Sono contentissimo, è una bellissima serata». Scherza sui suoi, perdonatissimi, dieci minuti di ritardo: «Ho fatto un po’ tardi, scusate. È colpa dei giocatori che vogliono sempre allenarsi». L’ospite d’onore interagisce volentieri con i mini striscioni, esposti dai mini nerazzurri. A quello che recita: «Con Gasperini al comando, tutto bene ... stiamo sognando?», la risposta è: «Non stiamo sognando. Ci diamo i pizzicotti, ma è tutto vero. Abbiamo una bellissima squadra e giocatori forti. Ora lo possiamo dire». Ammette Gasp, che aizza il gruppo di bimbi e ragazzini, seduti di fronte a lui sul manto d’erba. Artificiale, ma suggestivo: «Voi rappresentate l’energia, che ci spinge a fare sempre meglio». Il consigli (calciofili) alle nuove generazioni? «Bisogna giocare e divertirsi. Io da piccolo giravo sempre con la palla sotto il braccio. Addirittura scambiai i pattini che mi aveva regalato mia nonna, per un pallone da calcio». E ancora: «La squadra del cuore resta per tutta la vita. Comunque vada, non si cambia». Facilmente, gli daranno ascolto.
Poi, il tecnico inizia a rispondere alle domande del giovane pubblico, scritte su cartoncini ad hoc, rigorosamente nerazzurri e con stemma della Dea. «L’avversario più forte del girone di Champions?», facile quesito: «Lo incontriamo martedì. Il Manchester City può vincere la Champions League. Ma quando affronti i migliori, è sempre bello — continua Gasperini —. E non hai niente da perdere». Le curiosità: «Il dialetto bergamasco? Sono negato a parlarlo ma, dopo tre anni e mezzo, un po’ lo capisco. Dovrei fare un corso». Per il momento, Gasperini si destreggia piuttosto bene in un grande classico: «Mola mia!». Gelosissimo della sua vita famigliare, davanti alla richiesta di Pietro, «ce l’ha un cane?», devia dalla consuetudine: «Non ce l’ho, però i cani mi piacciono moltissimo. Ne ho sempre desiderato uno, ma sono spesso via per lavoro e mia moglie ne ha un po’ paura — prosegue —. Da bimbo, mio figlio l’aveva promesso: quando mi sposerò, per prima cosa prenderò un cane. Così ha fatto».
Tornando al calcio: «Ci aspetta un nuovo mini ciclo di sette partite (prima della pausa di novembre, ndr). Il primo è stato eccellente — prosegue —. Questo è più difficile. Incontreremo il City, la Lazio, il Napoli...». Sul Gewiss Stadium: «La nuova curva mi sembra un’opera d’arte. Quando i lavori saranno conclusi, a Bergamo, dopo le Mura e l’aeroporto», in classifica di prestigio, «verrà lo stadio». La città adottiva è ormai radicata nel cuore piemontese dell’uomo venuto da Grugliasco: «La cittadinanza bergamasca è stato un regalo. Ne vado molto orgoglioso». Il domandone arriva da Ettore, nove anni tra pochi giorni. Con furbizia da navigato reporter, a margine della foto, il piccolo «abbonato» atalantino picchietta con la mano sulla spalla del mister: «Zapata, quando rientra dall’infortunio?», gli chiede. «Ne avrà per tre settimane», gli risponde. Ettore è contento di tanta attenzione. L’allenatore un po’ meno, per cotanta assenza, del suo implacabile bomber. Troverà un’alternativa? Probabile. Gasperini è abituato alle magie. Anche quando non è Natale.
❞ Gewiss La nuova Curva sembra un’opera d’arte, chissà quando la ristrutturazione dello stadio sarà ultimata
❞ Passione Da bambino scambiai i pattini che mi aveva regalato nonna per un pallone da calcio Gian Piero Gasperini
Sul bomber Il piccolo Ettore gli chiede di Zapata: «Rientrerà tra tre settimane»