A caccia di tassi sparò al figlio per errore: patteggia
Patteggia a un anno e quattro mesi, Pietro Perico, 60 anni, imputato di omicidio colposo per avere sparato al figlio Emanuele, di 33. Era l’alba del 27 maggio 2017, a Villa d’Adda, e per un tragico errore l’imputato aveva premuto il grilletto pensando di colpire un tasso. Aveva visto a quasi cento metri di distanza alcuni rami muoversi, dietro c’era il ragazzo che raccoglieva ciliegie. A pochi passi, il fratello Stefano, che aveva assistito impotente alla scena. Emanuele, padre di due bambine, era stato colpito alla testa ed era morto in ospedale a distanza di due giorni. Il giudice per l’udienza preliminare Marina Cavalleri ha accolto la richiesta di patteggiamento e disposto il pagamento di un’ammenda (500 euro) per il divieto di caccia, di cui era accusato anche il figlio Stefano. Eventuali risarcimenti per la madre, la compagna e le figlie della vittima saranno stabiliti in sede civile. La tragedia era avvenuta tra le vigne dell’azienda agricola Tassodine ( foto). Pietro Perico aveva sparato da un casolare disabitato, con una carabina calibro 22, regolarmente denunciata. Dopo il colpo, un unico colpo, aveva sentito urlare il figlio Stefano, lo aveva raggiunto e si era trovato di fronte Emanuele steso a terra, incosciente. Il 33enne, che viveva a Carvico e lavorava come operaio, era stato trasportato in elisoccorso all’ospedale di Lecco. I medici avevano tentato un’operazione, inutile.