«La Chiesa non neghi i miracoli»
È stato il confessore della veggente Adelaide, in un libro le sue ricerche
«Sarebbe temerario negare il fatto che a Bonate ci siano stati dei miracoli». Sono le parole di Padre Bonaventura Raschi, confessore della piccola Adelaide Roncalli che tra il 13 e 31 maggio del 1944 disse di aver visto per 13 volte la Madonna. Parole contenute nel libro scritto dal sacerdote nel 1959 e che recentemente è stato ristampato. «Lui parlò con tutti coloro che vissero in prima persona gli avvenimenti ed ebbe per primo in mano le trascrizioni originali dei messaggi che la Madonna lasciò alla piccola Adelaide», le parole di don Serafino Tognetti, Superiore della Comunità dei figli di Dio.
«Chi scrive queste pagine è convintissimo di ciò che avvenne alle Ghiaie e soffre per le sofferenze che lo stranissimo comportamento di alcuni ha procurato alla venerabile Autorità Ecclesiastica. È semplicemente ridicolo vedere la così detta scienza di alcuni, anche in veste talare, sudare tutte le supposizioni per scagliarsi contro una bimba di sette anni che avrebbe avuto la terribile capacità di ingannare il mondo con visioni e messaggi che la bimba stessa non capiva. Mio Dio, un po’ di pulizia! Un po’ di cielo limpido! Un po’ di semplicità!». È il 13 maggio del 1959 quando, in veste di manoscritto e con un numero limitatissimo di copie, queste righe, con la perentorietà dei punti esclamativi, compaiono nel libro di Padre Bonaventura Raschi, confessore della piccola Adelaide.
«Questa è Bonate» è il titolo dell’opera che studiosi e cultori dell’apparizione della Madonna delle Ghiaie di Bonate considerano una «pietra miliare» sul caso. Recentemente ristampata dall’Associazione Amici di Padre Raschi, il libro risultava da anni introvabile. «Non si tratta di uno studio — rileva don Serafino Tognetti, Superiore della Comunità dei Figli di Dio — ma di un grido. Padre Raschi più che un ricercatore è un profeta; ha conosciuto la veggente, ha parlato con tutti coloro che vissero in prima persona gli avvenimenti, ed ebbe per primo in mano le trascrizioni originali dei messaggi che la Madonna lasciò alla piccola Adelaide».
Messaggi che, espressi in dialetto bergamasco, nell’opera di Raschi vengono analizzati ad uno ad uno e descritti anche nelle azioni conseguenti.
È il caso, ad esempio, della visita che la piccola Adelaide fece in Vaticano dove, nel 1949 incontrò Pio XII al quale rivelò il segreto che la Madonna le aveva manifestato nella quinta apparizione del 17 maggio 1944.
Ugualmente fece con il vescovo di Bergamo, Adriano Bernareggi, con estrema semplicità. «C’è una cucina dove possiamo parlare io e lei?» chiese al vescovo, memore del fatto che in casa sua, il padre e la madre usavano rinchiudersi in cucina per parlare di cose «segrete».
A Bonate vi furono dei miracoli? È l’altra domanda che compare nel testo corredato dalle testimonianze di numerose guarigioni. «Sarebbe temerario il negarli!» è l’affermazione di Padre Raschi che aggiunge: «Le prove mediche dei miracoli di Ghiaie sono splendide e gran parte dei documenti medici sono in Curia a Bergamo. Con un’occhiatina a quelli avvenuti— conclude — ci si rende conto che Dio li ha generosamente operati a pro di Ghiaie. Il culto è stato, e rimane, grande: c’è un fuoco sotto la cenere che non aspetta altro di essere scoperto! L’incendio sarà grandioso».
Recente ristampa I cultori della materia considerano la pubblicazione una pietra miliare sul caso