Un’eccellenza lunga 105 anni
Compie 105 anni la «Battista Arrigoni», una delle eccellenze casearie della provincia.
Una tradizione che si rigenera coniugando innovazione a prodotti tipici. È un anno particolare per la «Battista Arrigoni» di Pagazzano, che nel 2019 ha festeggiato l’importante traguardo dei primi 105 anni di vita e si presenta in forze a Forme. Alla guida la quarta generazione di Arrigoni, i bisnipoti di Battista che partito dalla Val Taleggio ed emigrato a 15 anni in Texas, fu costretto a rientrare in Italia chiamato alle armi nella Grande guerra. Con il senno di poi una fortuna per la Bergamasca e in particolare per Pagazzano dove Battista si fermò fondando l’impresa che porta il suo nome. Un’azienda che ben presto ha trovato la sua vocazione nella produzione del formaggio distinguendosi perché gestire tutto il ciclo del latte: dalla stalla alla stagionatura.
Una crescita che ha avuto uno snodo importante con la realizzazione del nuovo grande stabilimento a Pagazzano nel 2003, un gioiello tecnologico dove avviene anche la stagionatura in ambiente ad atmosfera controllata permettendo di sviluppare a proprio marchio i nuovi formaggi. Un’eccellenza che porta la Battista Arrigoni a raccogliere importanti riconoscimenti al World Cheese Award. «Abbiamo collezionato 21 medaglie
— spiega Marco Arrigoni, presidente della società —. Di queste, cinque sono super gold medal». Ad arrivare al gradino più alto sono stati nel 2010 il Rossini, un erborinato affinato nelle vinacce, il gorgonzola al cucchiaio (2013, 2014 e 2016) e l’anno passato il BerghemBlu, ancora un erborinato. «Non smettiamo mai di elaborare nuovi prodotti — continua Arrigoni —: sappiano coniugare la nostra storia con i nuovi stili di vita. In quest’ambito a settembre è nato «Cucchia Lyo» che parte dal trend del gorgonzola al cucchiaio abbinandolo a frutta e verdura liofilizzata, il tutto in una vaschetta per un comodo antipasto o uno snack». Un prodotto su cui l’azienda punta per continuare a crescere. «Quest’anno – spiega ancora Marco Arrigoni – arriveremo a 36 milioni di euro di fatturato, più 7% rispetto a dodici mesi fa». Un dato che invece sale a +15% se si considera solo l’estero dove l’azienda è presente in 36 Paesi. Soprattutto sui mercati anglosassoni dove però crescono le incognite tra la Brexit imminente e i dazi di Trump. «Siamo alla finestra per vedere cosa succede in Inghilterra — conclude il presidente —, mentre i dazi al 25% negli Stati Uniti sono ormai cosa fatta anche se speriamo ancora in qualche aggiustamento. Stiamo approcciando i nostri clienti americani per gestire questa nuova fase mentre lavoriamo per sviluppare nuovi mercati».