L’avvocato col difensore senza titolo
Al processo per i soldi spariti, il nodo del titolo romeno
Al processo che vede imputata di peculato l’avvocato Daniela Milesi ieri era programmata l’arriga della difesa. Ma il collegio del giudice Bianca Maria Bianchi ha ritenuto non valida la nomina dell’«avocat» Marcello Farini. Il legale, subentrato di recente su indicazione di Milesi, è stato cancellato dall’ordine di Caltagirone perché ha conseguito l’abilitazione alla pratica forense da un’istituzione romena non riconosciuta dal ministero della Giustizia. Il pm ha prodotto al riguardo una sentenza della Cassazione, che ha convinto i giudici ad affidare il caso a un avvocato d’ufficio e a disporre indagini su Farini. L’udienza si è conclusa con un rinvio al 14 novembre. Accolta la richiesta del pm di sospendere, nel frattempo, i termini della prescrizione.
L’«avocat» Marcello Farini passa da aspirante difensore a possibile indagato. Si è presentato ieri mattina in tribunale per l’arringa in difesa della collega Daniela Milesi, 58 anni, imputata di peculato. È accusata di avere messo le mani su 125.540 euro di quattro persone di cui era amministratore di sostegno. Nega. Dopo la richiesta di condanna a cinque anni e mezzo formulata dal pm Fabrizio Gaverini il 5 settembre, era atteso il verdetto. Invece, prima che Farini prendesse parola, il collegio del giudice Bianca Maria Bianchi ha dichiarato irregolare la sua nomina e trasmesso gli atti alla Procura per indagare. L’ipotesi di reato non è stata esplicitata, ma è logico che andrà verificato un eventuale esercizio abusivo della professione.
Fino a un mese fa Milesi era assistita dall’avvocato Domenico Chindamo del Foro di Milano, a cui il 23 settembre ha revocato il mandato. Il 4 ottobre il tribunale ha provveduto alla nomina di un legale d’ufficio, l’avvocato Andrea Temporin. Sei giorni dopo, è subentrato Farini su scelta dell’imputata. L’inghippo che ha portato a un ulteriore rinvio, questa volta al 14 novembre, è stato sollevato dal pm.
Ai giudici ha prodotto una sentenza della Corte di Cassazione, del 7 febbraio 2019, che rende definitiva la cancellazione di Farini e di altri 80 colleghi dall’elenco degli avvocati «stabilizzati» dell’ordine di Caltagirone. Si tratta di quegli avvocati che hanno ottenuto l’abilitazione alla pratica forense in Paesi comunitari e che, a determinate condizioni, possono esercitare in Italia. Il problema, su Farini e gli altri, è che hanno conseguito in Romania il titolo di «avocat» da un’istituzione differente dall’unica, secondo il ministero della Giustizia, deputata a rilasciarlo. Da qui, la decisione dell’ordine di Caltagirone di cancellarli dall’albo, la successiva battaglia di ricorsi e la conferma della Cassazione. Farini, in aula, ha spiegato che la sua abilitazione sarebbe prevista dalla Corte di giustizia europea, ma senza documentarlo. Inammissibile, per il collegio, la prospettiva di rivolgersi alla Corte, visto che la questione non riguarda la vicenda su cui è chiamato a esprimersi. Vale, dunque, la parola della Cassazione. Mancando di fatto il titolo, la nomina è stata dichiarata non valida.
In definitiva, il caso è tornato all’avvocato d’ufficio, a cui è stato concesso tempo per preparare la difesa. Passerà un altro mese, ma non inciderà sulla prescrizione: il pm ha chiesto e ottenuto di sospendere i termini. Per ora, resta la sua sintesi: «Nessun bilancio, nessun resoconto, spese ingiustificate. Abbiamo controllato tutto, per verificare se qualcun altro avesse fatto i prelievi e per cercare spiegazioni anche a favore dell’indagata». Tentativi inutili, secondo l’accusa: i soldi usciti dai conti dei quattro assistiti sarebbero finiti nelle tasche di chi avrebbe dovuto tutelarli.
Nomina non valida Il legale scelto da Milesi è stato abilitato alla pratica forense da un ente non riconosciuto