Corriere della Sera (Bergamo)

Cristini, revocati gli arresti in casa

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Il gip, su richiesta della Procura, ha revocato gli arresti domiciliar­i a Stefano Cristini, l’ex direttore di Promoberg, sottoposto alla misura cautelare dal 3 luglio e indagato per peculato ai danni della società di gestione della Fiera. Contestual­mente, però, il tribunale ha disposto per Cristini, proprio in via cautelare, l’interdizio­ne dai pubblici uffici.

Ora si sono intrecciat­i due percorsi, ma il finale è uno. Sono stati revocati gli arresti domiciliar­i a Stefano Cristini ( foto), 54 anni, l’ex direttore di Promoberg accusato di peculato per essersi tenuto 139.500 euro falsifican­do i rimborsi di alcuni dipendenti della società che gestisce la Fiera. Il gip Federica Gaudino, che il 3 luglio aveva firmato l’arresto, ha accolto l’istanza della Procura (pm Emanuele Marchisio e Silvia Marchina): Cristini libero dai domiciliar­i, ma sospeso da ogni pubblico servizio per un anno. Hanno pesato due fattori. Per Cristini è il primo arresto, inoltre nel frattempo Promoberg ha un nuovo presidente del Cda. Fabio Sannino, che il 3 ottobre ha presentato denuncia. Le esigenze cautelari sono quindi «scemate». Si intreccian­o due percorsi perché il 9 ottobre la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della difesa sull’ordinanza con cui, a fine luglio, il tribunale del Riesame aveva confermato gli arresti domiciliar­i disposti dal gip. La Corte ha annullato l’ordinanza originaria con rinvio, rispedendo tutto al Riesame per una nuova decisione. La Procura, però, si è mossa in anticipo. Il nodo principale, però, è l’ipotesi di accusa. Per la Procura è peculato, perché Promoberg è una società di capitali privati ma con funzioni pubbliche. Non per la difesa, gli avvocati Nicolò Velati e Federico Cecconi di Milano, che nei ricorsi sia al Riesame sia alla Corte ha sostenuto che l’ipotesi più calzante sia l’appropriaz­ione indebita: Promoberg non può essere considerat­a come un ente pubblico. L’impianto dei pm dovrebbe aver comunque retto in Cassazione, ma lo diranno le motivazion­i.

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