Troppi rifiuti stoccati, sequestrata un’area del deposito
Blitz di Arpa e carabinieri in una ditta del Lodigiano. Dal 2011 tre incendi hanno colpito l’azienda
Troppi rifiuti rispetto a quelli autorizzati in stoccaggio, i carabinieri forestali di Lodi mettono sotto sequestro preventivo un’area di deposito dell’impianto di trattamento rifiuti della Lodigiana Maceri, società di Marudo (Lodi) già finita al centro delle cronache per tre incendi avvenuti nell’impianto nel 2011, nel 2015 e l’ultimo due mesi fa, in agosto. L’azienda è specializzata nel trattamento di carta e legno.
L’operazione è scattata giovedì al termine di alcuni accertamenti preventivi effettuati anche con l’ausilio di un drone dell’Arpa di Pavia e Lodi. Nel corso dell’ultimo controllo, i tecnici di Arpa e il nucleo di carabinieri forestali di Lodi hanno rilevato come la quantità di rifiuti accumulati nella parte sterrata adiacente al piazzale della ditta fosse superiore ai limiti contenuti nell’autorizzazione provinciale. La fabbrica può lavorare fino a 100 mila tonnellate l’anno, ma a essere contestato sarebbe lo stoccaggio istantaneo, cioè il quantitativo giornaliero in deposito. Il sequestro riguarda la sola area di deposito nel piazzale sterrato adiacente l’impianto di trattamento, che è normalmente in funzione. Vi lavorano un centinaio di persone.
La ditta si trova proprio a fianco delle ultime villette del paese, una convivenza molto difficile e che in passato ha vissuto momenti critici. Nel 2011 un devastante incendio rase quasi al suolo l’intero stabilimento. Uno dei due corpi di fabbrica fu ricostruito velocemente, nell’arco di pochi mesi, per consentire la ripresa dell’attività, mentre il secondo, più vicino alle abitazioni, non fu più rimesso in funzione. Nel 2015 nella stessa area si produsse un secondo imponente rogo, che ebbe però conseguenze meno gravi. Infine, due mesi fa, sempre in agosto, ci fu un altro incendio, subito domato dai pompieri e dai sistemi automatici antincendio installati dopo i primi due roghi. Dal 2014 l’azienda ha deciso di spostare l’impianto di una cinquantina di metri, allontanandolo dalle villette e prevedendo una zona di filtro verde tra la fabbrica e le case, ma i nuovi capannoni, ormai parzialmente realizzati, non sono ancora operativi.