Corriere della Sera (Bergamo)

La bellezza ci salverà

«Exister» dedica questa edizione al potere evolutivo del corpo dal transessua­le di Enzo Cosimi all’armonia di «Taikokiat-ko»

- Valeria Crippa

«Esploro la bellezza invisibile in corpi marginali che altri consideran­o “emarginati”. Gli homeless sono stati il fulcro di “La Bellezza vi stupirà”, gli omossessua­li anziani sono stati i protagonis­ti, con le loro pionierist­iche battaglie di genere negli anni ‘40-‘50, di “Corpus Hominins”, mentre la transessua­lità è al centro di “I love my sister”, spettacolo con cui concludo la trilogia “Ode alla bellezza”». Così Enzo Cosimi racconta l’arricchent­e esperienza umana che l’ha condotto a completare il progetto con la tappa «I love my sister», in programma domani sera alla DanceHaus, come spettacolo di punta del festival Exister, la cui 19esima edizione si estenderà, da stasera al 15 dicembre, tra gli spazi di via Tertullian­o e la Sala Fontana. Spiega il coreografo romano: «In “I love my sister” indago la transessua­lità meno conosciuta, quella della transizion­e dal femminile al maschile. Al centro della scena, la corporeità cangiante di Egon Botteghi, 50 anni, attivista per i diritti GLBTIQ. L’ho conosciuto a Livorno: è stato madre di due figli prima di cambiare sesso. Nello spettacolo, si racconta dentro e fuori in una sorta di metateatro, nella drammaturg­ia che abbiamo scritto insieme e nelle video-interviste girate da Stefano Galanti». Da anni Cosimi insiste su un’idea di «coreografi­a espansa» che vada oltre i tradiziona­li steccati linguistic­i e si apra alle istanze sociali. «Nella danza — afferma l’autore — mi interessa la presenza scenica: perché il virtuosism­o non è solo salti e giri, ma stare fermi, imporre il proprio sguardo e lasciarsi pervadere dal ritmo».

Diretto da Annamaria Onetti e realizzato da DancehausP­iù/ Centro Nazionale di Produzione della Danza, Exister dedica l’intera edizione al tema della bellezza. L’armonia è anche incontro: dal connubio artistico tra due italo-giapponesi, la danzatrice Masako Matsushita e il compositor­e Mugen Yahiro, nasce «Taikokiat-ko», performanc­e vibraziona­le tra danza e percussion­i, ospitata stasera alle 19.30 alla DanceHaus, seguita da «Un/dress» di Matsushita, metamorfos­i tra coreografi­a e tessuto. Al Teatro Fontana sono invece attesi «Graces», omaggio coreografi­co alle sculture del Canova di Silvia Gribaudi (26 ottobre), «Intro e Trop», due creazioni, tra gravità ed equilibrio, del giovane coreografo Andrea Costanzo Martini per quattro danzatori del Balletto di Roma (27 ottobre), quindi, «Elsewhere», ricerca sul tema del volo di Daniele Albanese (28 ottobre). Si torna alla Dancehaus per «Crying out loud - a doll’s house», performanc­e di Paola Lattanzi ispirata al personaggi­o ibseniano di Nora (27 ottobre), per «How to destroy your dance», gioco al massacro pop e pulp di Francesca Pennini per Collettivo Cinetico (10 novembre). Anche quest’anno, il Festival prevede una sezione dedicata alla giovane creatività, il 17 novembre, seguita, il 14 dicembre, da «Duet», terapia di coppia liberament­e vissuta da Hanna Gillgren e Heidi Rustgaard, e da «Plastic People», viaggio negli stereotipi occidental­i siglato da Francesca Lettieri. Si chiude, il 15, con un focus dedicato ai tre centri Nazionali di Produzione.

Il coreografo romano

«Per me il virtuosism­o non è solo salti e giri ma anche saper imporre il proprio sguardo»

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La danzatrice Masako Matsushita nella performanc­e «Taikokiat-ko» con le percussion­i di Mugen Yahiro, stasera alla DanceHaus
Connubi La danzatrice Masako Matsushita nella performanc­e «Taikokiat-ko» con le percussion­i di Mugen Yahiro, stasera alla DanceHaus
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Cangiante Egon Botteghi in «I love my sister» di Cosimi

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