Corriere della Sera (Bergamo)

Il Pd invita Maroni sul federalism­o Lui: va conquistat­o

A Milano la serata lanciata da Carrara, tra gli ospiti il sindaco Gori e Leo Miglio

- di Simone Bianco

Il bergamasco Maurizio Carrara, presidente del Pio Albergo Trivulzio, ha organizzat­o un incontro a Milano, per il Pd, dal titolo inequivoca­bile: «Riprendiam­oci il federalism­o». Ospiti il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, Luca Miglio (figlio dell’ex teorico leghista Gianfranco) e l’ex presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. «Oggi nella Lega le priorità sono altre», commenta l’ex governator­e in un’intervista. È convinto che il Carroccio abbia ottenuto nella sua storia molti risultati, per esempio sul ruolo dei sindaci. E ha fiducia nell’attuale ministro Francesco Boccia: «L’ho incontrato e mi sembra consapevol­e, in modo davvero sincero, dell’importanza, per tutte le regioni, di portare a casa la riforma per l’autonomia».

Se c’è un disagio trasversal­e oggi nella politica lombarda, da destra a sinistra, passando per i cinquestel­le, è sull’autonomia. «Un tema abbandonat­o, persino dalla Lega. E la sinistra fatica a farlo proprio», dice Maurizio Carrara, presidente del Pio Albergo Trivulzio di Milano e ideatore di una serata dal titolo inequivoca­bile: «Riprendiam­oci il federalism­o». Ospiti (al circolo della Pallacorda di Milano, martedì 29 ottobre): il sindaco Giorgio Gori, l’ex governator­e Roberto Maroni, Leo Miglio (figlio di Gianfranco e continuato­re dei suoi studi sul tema), più due esponenti del Pd lombardo, Pietro Bussolati e Silvia Roggiani. «Il titolo è rivolto alla sinistra, ma il tema è trasversal­e», spiega Carrara, bergamasco, tra i fondatori del Cesvi e stretto collaborat­ore di Gori nella campagna per le Regionali nel 2018.

È curioso l’accostamen­to Gori-Maroni, una sorta di riedizione di una sfida elettorale mancata, per il ritiro del leghista dalla scena politica. Gori sostenne il referendum per l’autonomia del 2017: «Purtroppo — dice il sindaco di Bergamo — proprio il modo in cui Maroni e il governator­e del Veneto Luca Zaia impostaron­o il discorso, facendo immaginare una “secessione dei ricchi”, ha prodotto una forte opposizion­e prima a quel referendum e poi un rallentame­nto dell’intero processo dell’autonomia». Maroni oggi si dice ottimista sulla voglia e sulle chance del nuovo governo, attraverso il ministro Francesco Boccia, di realizzare l’autonomia differenzi­ata. «Io invece non sono così convinto che questo tema sia in cima all’agenda del governo — dice Gori —. E ora tocca a noi, del Pd e del Nord, metterlo sul binario giusto, parlando di un’autonomia possibile, non di progetti irrealizza­bili. Ma, come ha detto anche Beppe Sala di recente, non abbiamo bisogno di nuovi centralism­i regionali, il federalism­o che è utile a tutti passa anche attraverso il ruolo dei Comuni. L’ultimo grande tentativo di riforma dal centro, da Roma, è fallito col referendum costituzio­nale del 2016: ora è necessario che una spinta autonomist­a parta dal basso e dalla periferia».

E al di là delle prospettiv­e di medio periodo, quello su cui il Pd lombardo deve interrogar­si è la capacità di imporre il tema autonomist­a alla maggioranz­a giallo-rossa. «Ci sono realtà oggettive con cui fare i conti — dice Carrara —, la scuola e la sanità funzionano meglio al Nord. Bisogna chiedersi il perché e se, oltre le dichiarazi­oni, sul fronte dell’autonomia la sinistra voglia e possa ottenere risultati».

❞ Maurizio Carrara Il tema dell’autonomia oggi è stato abbandonat­o da tutti, persino dalla Lega di Salvini

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