Camera di commercio Ipotesi vice all’Ascom
Artigiani, passo indietro a favore di I&T
Quando la rottura sembrava ormai definitiva il presidente di Confartigianato Giacinto Giambellini si è infilato nell’unica cruna dell’ago disponibile per poter ricucire. Sminuisce il suo ruolo, ma tutto sommato il filo di tutto il percorso di alleanze e spaccature che porta al rinnovo in Camera di commercio, è lui. Portandosi dietro il collega della Lia Marco Amigoni ha di fatto rotto l’unità di Imprese&Territorio aprendo a Confindustria nel nome di un rilancio del manifatturiero, garantendo all’intesa i numeri per una maggioranza netta in largo Belotti.continua
Tanto che di fronte all’indicazione dell’ex presidente di Confindustria Carlo Mazzoleni come nuovo numero 1 della Camera, I&T ha accettato senza porre ostacoli e Paolo Agnelli ha ritirato la sua candidatura. La nuova alleanza guidata da Confindustria, che include anche la Cdo, avrebbe potuto tirare dritto e incassare il possibile. E in effetti il presidente Stefano Scaglia aveva anche indicato come vice di Mazzoleni proprio Giambellini: una beffa, vista dalle parti di Imprese&Territorio, che ha posto il veto come condizione irrinunciabile per trovare l’equilibrio e presentarsi in Camera di commercio con un apparentamento unico. Veto e conseguente rottura vicinissima, solo da ufficializzare. Fino alla sterzata nella tarda serata di giovedì: l’indicazione su Giambellini vice è caduta e la situazione si è sbloccata.
La trattativa è ripresa ieri, soprattutto tra il direttore di Imprese&Territorio Edoardo Ranzini e quello di Confindustria Paolo Piantoni. I dettagli vanno ancora definiti, con limature sul programma e in particolare sul manifatturiero e le sue filiere, confronti sulle quote rosa e sui posti nella futura giunta a otto. Mentre sulle cariche apicali l’accordo prevederebbe al momento la vice presidenza per Giovanni Zambonelli, alla guida dell’Ascom. Ma c’è in lizza anche Alberto Brivio, referente di Imprese&Territorio e guida di Coldiretti. Tutto è rinviato a un confronto con i presidenti lunedì mattina, ore otto. Con l’apparentamento unico le associazioni che, sul fronte di Confindustria o di I&T, hanno imprese negli stessi settori, si candidano in modo congiunto. E ieri non è mancata qualche frizione alla notizia che Coldiretti ha già presentato i documenti senza attendere Confagricoltura. «Potrebbe esserci un loro apparentamento con Confindustria — commenta Brivio —. Figuriamoci se posso essere io, a creare difficoltà proprio adesso».
Di certo si è trattato di una battaglia aspra, anche con scontri personali. I&T continuerà a interrogarsi sulle prospettive per capire se può ancora avere senso la presenza delle due associazioni artigiane al suo interno, che si interrogano a loro volta. C’è però un aspetto che emerge: l’unico ad aver acquisito «crediti», in questa partita, è Giambellini. Titolare di una società di installazioni idrauliche, da tempo attivo in Confartigianato e nella sede di via Torretta, ha interpretato il ruolo di presidente in chiave parecchio strategica. Guida un’associazione a cui aderiscono aziende, solitamente medio piccole, trasversali a più settori produttivi e di servizi. Tante piccole realtà che forse prese singolarmente peserebbero zero, ma messe insieme sono un «esercito» di 12 mila imprese aderenti. E se quel mondo volesse sedersi nel Cda di Sacbo e del terzo aeroporto italiano, da rinnovare in primavera, dove oggi ci sono sia il presidente della Camera sia un esponente di Confindustria, Ercole Galizzi? Sono rumors insistenti, mai nettamente smentiti.
Il risiko Caduta l’indicazione su Confartigianato, l’accordo si è sbloccato. Vertice lunedì
Il caso Coldiretti si presenta da sola, senza apparentamenti. «Ma non è una rottura»