Il welfare del futuro deve trovare sponsor
Il sindaco e l’assessore Messina: «Nuove esigenze, il pubblico da solo non basta» Un bando del governo per finanziare progetti sociali. Ma le risorse saranno private
Un bando del governo per l’innovazione sociale. «Quel modello italiano che è stato il welfare familiare è superato», dice il sindaco Giorgio Gori (foto). Ora il pubblico cerca sponsor privati.
L’obiettivo è trovare soluzioni nuove per i bisogni sociali che sono cambiati. Per provarci, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha pubblicato un bando — prevedendo un budget da 21 milioni di euro — per l’innovazione sociale. A sua volta, il Comune di Bergamo ha lanciato una manifestazione d’interesse per trovare soggetti che potranno partecipare al bando ministeriale, se il loro progetto verrà valutato in modo positivo. «C’è bisogno di inventarsi qualcosa di nuovo perché oggi — dice il sindaco Giorgio Gori — il corpo sociale è più fragile, le reti familiari sono più deboli. Quel modello italiano che è stato il welfare familiare oggi dimostra tutti i suoi limiti. La popolazione è invecchiata ed è destinata a invecchiare ancora di più, abbiamo tassi di natalità bassi e difficoltà di inclusione e abbiamo subìto, dal 2008, una crisi economica che ha lasciato segni visibili anche nel nostro corpo sociale».
Il sindaco spiega che il Comune ha fatto molto, negli ultimi anni, per il sociale. Ma oggi c’è l’esigenza di fare qualcosa di nuovo anche per provare ad allargare la base economica che sostiene gli interventi. «Riteniamo — dice Gori — che l’aiuto possa arrivare dal fronte privato, in forme diverse, come potrebbe essere la finanza di impatto sociale, cioè una dimensione di investimento privato che prova a mettere insieme l’obiettivo di avere rendimenti economici e la voglia di concorrere alla realizzazione del bene comune». Il bando della Presidenza del Consiglio chiede al Comune di selezionare progetti in cui ci sia il pubblico come ente promotore e coordinatore, il terzo settore e anche un soggetto finanziatore privato che voglia concorrere alla realizzazione di un’idea con un rilievo sociale e, nello stesso tempo, voglia continuare a guadagnare rispetto al capitale che investe. «Lanciamo una sfida per Bergamo — dice l’assessore alle Politiche sociali, Marcella Messina — perché vogliamo dialogare con il terzo settore, con cui abbiamo una relazione molto forte. Negli anni è stato costruito un forte lavoro di comunità, trasversale a vari settori dell’amministrazione».
Il piano prevede tre fasi, ognuna durerà un anno: lo studio di fattibilità del progetto (per questo c’è un budget di 3,1 milioni), la sperimentazione (8,1 milioni) e la sua sistematizzazione (10 milioni). Soldi che non servono per realizzare i progetti, ma per farli partire, visto che le idee da concretizzare dovranno avere una loro sostenibilità economica (grazie ai privati). Per iniziare a selezionare i progetti, il Comune ha previsto tre ambiti di intervento: «Home», per l’accesso a un’abitazione adeguata, «Care», per i servizi di cura alla persona, e «Schooling», per evitare la dispersione scolastica.
La scadenza per la manifestazione d’interesse del Comune è il 20 novembre: entro questa data, l’amministrazione aspetta idee e progetti del terzo settore, che abbia però alle spalle un finanziatore pronto a investire. Ci sarà una fase di valutazione e, in caso positivo, l’idea verrà portata, entro maggio 2020, alla Presidenza del Consiglio per provare ad accedere al percorso.
Lanciamo una sfida per Bergamo, vogliamo dialogare con il terzo settore, con cui abbiamo una relazione molto forte Marcella Messina Assessore