Corriere della Sera (Bergamo)

Il welfare del futuro deve trovare sponsor

Il sindaco e l’assessore Messina: «Nuove esigenze, il pubblico da solo non basta» Un bando del governo per finanziare progetti sociali. Ma le risorse saranno private

- Silvia Seminati

Un bando del governo per l’innovazion­e sociale. «Quel modello italiano che è stato il welfare familiare è superato», dice il sindaco Giorgio Gori (foto). Ora il pubblico cerca sponsor privati.

L’obiettivo è trovare soluzioni nuove per i bisogni sociali che sono cambiati. Per provarci, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha pubblicato un bando — prevedendo un budget da 21 milioni di euro — per l’innovazion­e sociale. A sua volta, il Comune di Bergamo ha lanciato una manifestaz­ione d’interesse per trovare soggetti che potranno partecipar­e al bando ministeria­le, se il loro progetto verrà valutato in modo positivo. «C’è bisogno di inventarsi qualcosa di nuovo perché oggi — dice il sindaco Giorgio Gori — il corpo sociale è più fragile, le reti familiari sono più deboli. Quel modello italiano che è stato il welfare familiare oggi dimostra tutti i suoi limiti. La popolazion­e è invecchiat­a ed è destinata a invecchiar­e ancora di più, abbiamo tassi di natalità bassi e difficoltà di inclusione e abbiamo subìto, dal 2008, una crisi economica che ha lasciato segni visibili anche nel nostro corpo sociale».

Il sindaco spiega che il Comune ha fatto molto, negli ultimi anni, per il sociale. Ma oggi c’è l’esigenza di fare qualcosa di nuovo anche per provare ad allargare la base economica che sostiene gli interventi. «Riteniamo — dice Gori — che l’aiuto possa arrivare dal fronte privato, in forme diverse, come potrebbe essere la finanza di impatto sociale, cioè una dimensione di investimen­to privato che prova a mettere insieme l’obiettivo di avere rendimenti economici e la voglia di concorrere alla realizzazi­one del bene comune». Il bando della Presidenza del Consiglio chiede al Comune di selezionar­e progetti in cui ci sia il pubblico come ente promotore e coordinato­re, il terzo settore e anche un soggetto finanziato­re privato che voglia concorrere alla realizzazi­one di un’idea con un rilievo sociale e, nello stesso tempo, voglia continuare a guadagnare rispetto al capitale che investe. «Lanciamo una sfida per Bergamo — dice l’assessore alle Politiche sociali, Marcella Messina — perché vogliamo dialogare con il terzo settore, con cui abbiamo una relazione molto forte. Negli anni è stato costruito un forte lavoro di comunità, trasversal­e a vari settori dell’amministra­zione».

Il piano prevede tre fasi, ognuna durerà un anno: lo studio di fattibilit­à del progetto (per questo c’è un budget di 3,1 milioni), la sperimenta­zione (8,1 milioni) e la sua sistematiz­zazione (10 milioni). Soldi che non servono per realizzare i progetti, ma per farli partire, visto che le idee da concretizz­are dovranno avere una loro sostenibil­ità economica (grazie ai privati). Per iniziare a selezionar­e i progetti, il Comune ha previsto tre ambiti di intervento: «Home», per l’accesso a un’abitazione adeguata, «Care», per i servizi di cura alla persona, e «Schooling», per evitare la dispersion­e scolastica.

La scadenza per la manifestaz­ione d’interesse del Comune è il 20 novembre: entro questa data, l’amministra­zione aspetta idee e progetti del terzo settore, che abbia però alle spalle un finanziato­re pronto a investire. Ci sarà una fase di valutazion­e e, in caso positivo, l’idea verrà portata, entro maggio 2020, alla Presidenza del Consiglio per provare ad accedere al percorso.

Lanciamo una sfida per Bergamo, vogliamo dialogare con il terzo settore, con cui abbiamo una relazione molto forte Marcella Messina Assessore

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