Corriere della Sera (Bergamo)

Violi: «Logiche romane così il M5s si sfascia»

Il consiglier­e regionale: i nostri ministri vengono in Lombardia e ci snobbano

- Simone Bianco Silvia Seminati

«Manca il rispetto del territorio e nel Movimento 5 Stelle — dice il consiglier­e regionale Dario Violi — comandano le logiche romane. In questo modo rischiamo di scomparire».

«Manca il rispetto del territorio. Se tre ministri cinquestel­le vengono in Lombardia e nessuno dei tre ci incontra, c’è un problema». Dario Violi, consiglier­e del M5S in Regione, ha perso la pazienza e nei giorni scorsi l’ha detto. Con un post su Facebook, il cui bersaglio era il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, passato da Milano per parlare di Olimpiadi 2026 senza incontrare gli esponenti del suo movimento. Lo stesso è poi successo con i ministri Nunzia Catalfo e Lorenzo Fioramonti. Perché? «Disattenzi­one», dice Violi, che però ne fa una questione più ampia. Il momento è tanto critico, secondo il consiglier­e, da mettere a rischio la stessa esistenza del M5S.

Cosa sta succedendo nel Movimento?

«Logiche tutte romane hanno generato oggi un gruppo di potere che prende decisioni senza tener conto dei nostri militanti. Io non ho nulla di personale contro Spadafora. Uno con la sua storia (il ministro fu nell’Udeur, poi nei Verdi, ndr), arrivato per ultimo nel Movimento, spuntato dal nulla e poi a capo delle trattative per la formazione del governo, è l’emblema di qualcosa che non va».

È un distacco che viene percepito dai militanti?

«Molto. Il disagio sul territorio è forte. Ad esempio sui nuovi organismi per la gestione del Movimento a livello regionale. Agli amministra­tori locali, consiglier­i comunali, sindaci, non viene lasciato alcuno spazio, che sarà invece occupato tutto da parlamenta­ri e consiglier­i regionali». Chi sceglierà i nomi? «Voteremo online e tra i primi venti, Luigi Di Maio ne sceglierà otto».

Ma non è anche questo il problema, il leader che decide da solo?

«No, ho massima fiducia in Di Maio, che pure oggi è in difficoltà. Credo resti una figura di garanzia, mentre invece intorno a lui si è creato un gruppo di potere che non rispetta le diverse esigenze dei diversi territori».

Il governo col Pd è stato un errore?

«Soprattutt­o nei modi. Con la Lega c’era stata una lunga discussion­e sui temi, prima della formazione del governo. Qui invece c’è stata un’alleanza politica, ai militanti è stato chiesto solo un sì o un no al nuovo governo. Una cosa che non è piaciuta».

A livello locale, ha dato migliori risultati l’anno di governo con la Lega?

«Se parliamo di autonomia, non credo. Si dice che questo sia un governo tutto orientato a favore del Sud, vero. Ma non è che con il governo precedente ci siano stati risultati importanti per il Nord. Per me, per altro, era molto complicato fare opposizion­e alla Lega in Regione e lavorarci insieme a Roma».

Sta pensando di lasciare il Movimento?

«No, mai pensato. Sono abituato a lottare per le mie idee».

Cosa rischia oggi il M5s? «Rischiamo di scomparire. A me, che vivo sul territorio, questo rischio è chiaro da un po’. Se non costruisci niente a livello di base, quando il tuo messaggio politico si indebolisc­e, il consenso può anche azzerarsi».

Sul territorio, in città, avete riportato però il risultato su via Fara: l’Anac ha dato seguito alla vostra segnalazio­ne.

«È il risultato del nostro lavoro di anni. Ora aspettiamo l’esito dell’istruttori­a. Non capisco la Lega che cerca visibilità adesso, facendo un esposto basato sul lavoro di altri, dopo che per anni sulla vicenda è stata in silenzio».

❞ Il governo Il problema dell’alleanza con il Pd è il modo in cui è stata decisa. Agli iscritti è stata sottoposta una domanda secca, senza un lavoro sul programma come invece si era fatto per il governo con la Lega Dario Violi consiglier­e regionale M5S

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Il consiglier­e regionale del Movimento 5 Stelle Dario Violi
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Ai vertici Dario Violi (a destra) con il leader nazionale del M5S Luigi Di Maio e Davide Casaleggio

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