La culla, lo studio, il calamaio Lecco, rinasce villa Manzoni
Dopo anni di abbandono, inaugurata la dimora dove visse lo scrittore
La culla di Alessandro Manzoni, il corredo battesimale, la ricostruzione del suo studio così come doveva essere quando scrisse «I Promessi sposi», sull’antica scrivania gli oggetti personali: il calamaio, la tabacchiera, gli appunti. Le stanze buie e cupe, alcune mai aperte al pubblico, hanno ripreso colore e vita, e quella che fino a ieri era la ferita più grande di Lecco, si prepara a diventare il suo principale punto di attrazione. Cambia il volto di villa Manzoni, l’antica dimora costruita nei primi anni del 1600 nella zona del Caleotto da Giorgio Maria Manzoni, quadrisavolo del gran lombardo, che qui ha trascorso l’infanzia, l’adolescenza e la giovinezza.
Ieri l’inaugurazione del nuovo allestimento della casa-museo. Non solo un diverso percorso espositivo, ma il completo restauro del piano nobile, con oggetti in mostra mai visti prima e l’apertura di stanze fino ad ora non visitabili. Un vulnus finalmente sanato: i muri scrostati hanno lasciato spazio ad affreschi settecenteschi scoperti durante i lavori e le polemiche legate ad anni di incuria, tanto che la dimora è stata esclusa dal database di Regione Lombardia, sembrano essere ormai alle spalle, anche se molto deve ancora essere fatto. «Chiederemo che la villa venga nuovamente inserita nell’elenco dei musei lombardi — spiega l’assessore alla Cultura di Lecco, Simona Piazza, che snocciola i numeri. «L’investimento è stato di un milione di euro, fondi stanziati dal Mibac, Ministero per i Beni culturali, Fondazione Cariplo e amministrazione. Al consolidamento statico e al rifacimento di tutti gli impianti, abbiamo affiancato il restauro degli affreschi e delle undici sale. Abbiamo riaperto le cantine e avviato il restyling della cappella e della sacrestia». In corso la raccolta fondi per dotare la struttura entro la prossima primavera di attrezzature multimediali, tablet al posto della tradizionale audio guida, con percorsi personalizzati. Rinnovata anche la cartellonistica, prima quasi inesistente. «Nell’ultima stanza abbiamo allestito il cinema Manzoni — sorride l’assessore —. Proiezione sulle pareti dei film dedicati ai Promessi Sposi, in particolare quello girato da Bonnard nel 1922». «Abbiamo cercato di unire in modo armonico il racconto della vita della famiglia Manzoni,
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e poi degli Scola, che hanno acquistato successivamente la villa, valorizzando gli aspetti architettonici e decorativi, e la parte dedicata alla produzione letteraria di Alessandro Manzoni», aggiunge Mauro Rossetto, direttore del museo manzoniano.
«Un racconto per immagini, omaggio ai Promessi sposi, che sono non solo il primo romanzo in lingua italiana, ma anche il primo con illustrazioni scelte personalmente dallo scrittore», gli fa eco la responsabile della galleria d’arte Barbara Cattaneo. I prossimi passi saranno il restauro della pinacoteca, delle scuderie, del giardino e della facciata dove ancora si intravedono le colonne ingabbiate da assi in legno. Già avviata la fase progettuale. L’accesso alla casa-museo sarà gratuita da oggi a domenica prossima, con visite guidate ed eventi.