Corriere della Sera (Bergamo)

Leila Josefowicz suona Francescon­i

- Enrico Parola

Nel Concerto per violino «Duende. The Dark Notes» che Luca Francescon­i compose sei anni fa, vibra il demone del flamenco, cioè quell’inquietudi­ne che è alla base della creazione artistica. È lo stesso compositor­e a chiarire la genesi della partitura e del titolo: «Federico García Lorca ha definito questo demone “Duende”, una forza sotterrane­a d’inaudita potenza che sfugge al razionale», dice Francescon­i, cui è dedicata questa edizione di Milano Musica, «e che permette di ritrovare una forza primigenia nella scrittura; ma lo stesso vale per la musica: e il violino è lo strumento occidental­e più carico di storia. Penso sia necessaria una perigliosa discesa negli inferi delle note nere, o un volo fuori dall’orbita terrestre. Che è lo stesso. Difficilis­simo. Ma senza duende si resta inchiodati al suolo, come ci avverte Lorca». A interpreta­re questa composizio­ne, alla Scala (piazza Scala, ore

20, ingr. 40/5 euro) è Leila Josefowicz, talentuosa interprete non solo del repertorio più «popolare» (diciassett­enne debuttava alla Carnegie Hall col concerto di Ciajkovski­j), ma anche di quello contempora­neo: per lei hanno scritto tra gli altri Salonen, Matthews e Adams. Sul podio della Filarmonic­a della Scala c’è Brad Lubman, assiduo frequentat­ore della produzione di Francescon­i e già direttore della sua opera «Quartett».

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Virtuosa La solista Leila Josefowicz

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