Leila Josefowicz suona Francesconi
Nel Concerto per violino «Duende. The Dark Notes» che Luca Francesconi compose sei anni fa, vibra il demone del flamenco, cioè quell’inquietudine che è alla base della creazione artistica. È lo stesso compositore a chiarire la genesi della partitura e del titolo: «Federico García Lorca ha definito questo demone “Duende”, una forza sotterranea d’inaudita potenza che sfugge al razionale», dice Francesconi, cui è dedicata questa edizione di Milano Musica, «e che permette di ritrovare una forza primigenia nella scrittura; ma lo stesso vale per la musica: e il violino è lo strumento occidentale più carico di storia. Penso sia necessaria una perigliosa discesa negli inferi delle note nere, o un volo fuori dall’orbita terrestre. Che è lo stesso. Difficilissimo. Ma senza duende si resta inchiodati al suolo, come ci avverte Lorca». A interpretare questa composizione, alla Scala (piazza Scala, ore
20, ingr. 40/5 euro) è Leila Josefowicz, talentuosa interprete non solo del repertorio più «popolare» (diciassettenne debuttava alla Carnegie Hall col concerto di Ciajkovskij), ma anche di quello contemporaneo: per lei hanno scritto tra gli altri Salonen, Matthews e Adams. Sul podio della Filarmonica della Scala c’è Brad Lubman, assiduo frequentatore della produzione di Francesconi e già direttore della sua opera «Quartett».