Insulti razzisti al mini-calciatore «A urlarli è stata una mamma»
È successo a Desio durante una partita tra Pulcini. «Ora Daspo anche per i genitori»
Secondo tempo dell’incontro di calcio fra i Pulcini dell’Aurora Desio e i pari età della Sovicese. In campo bambini di dieci anni e un pallone quasi troppo grande per loro. I padroni di casa, i ragazzi dell’Aurora Desio, stanno vincendo. È sabato scorso. Nonostante il maltempo, sugli spalti ci sono decine di genitori che tifano e fremono. La partita è bella e tesa. Quelli dell’Aurora incitano i loro figli a non mollare, quelli della Sovicese a mettercela tutta. Nessuno fino a quel momento ci aveva fatto caso più di tanto, ma fra i bambini dell’Aurora ce ne è uno di colore. Ecco così che nella convinzione di frustrarne la prestazione sportiva, dagli spalti riservati agli ospiti parte un insulto: «Negro di m...», urla una donna adulta al bambino. Lui sente, ci rimane male. Non tira una pallonata verso il pubblico come ha fatto Balotelli a Verona, ma continua giocare. E pure bene, perché alla fine la partita finisce 4 a 1 per l’Aurora.
Fuori dal campo racconta tutto all’allenatore. Alcuni suoi compagni confermano e così la società di Desio decide di pubblicare una lettera aperta sulla sua pagina Facebook. È on line da ieri pomeriggio e dai campi di Serie A la polemica sul «calcio razzista» si è allarga a quelli di provincia, oltretutto durante un match tra giovanissimi.
La lettera è indirizzata al ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, all’assessore regionale allo Sport, Martina Cambiaghi, al sindaco di Sovico, Barbara Magni, alle istituzioni sportive e alla società Sovicese calcio. «Si tratta di un fatto gravissimo che non abbiamo voluto lasciar cadere — spiegano i dirigenti di Desio —. Non abbiamo nulla contro la Sovicese, ma ci aspettiamo che venga avviata una indagine interna per individuare chi si è resa autrice di questo gesto vile e indegno». Dalla Sovicese i spiegano di avere già effettuato una verifica fra allenatore e tifosi, ma di avere ricevuto risposta negativa: «Nessuno ha mai pronunciato quella frase».
Nel frattempo le due società si sono messe d’accordo per mandare un primo segnale. Sabato prossimo è in programma una partita della categoria Juniores e i ragazzi delle due club scenderanno in campo col volto dipinto. «Con la loro collaborazione potremo far partire una campagna di sensibilizzazione — aggiunge la dirigenza —. Dobbiamo costruire una nuova cultura sportiva partendo proprio dai bambini». La questione è stata affrontata anche dall’assessore Regionale allo Sport, che ha contattato per telefono il sindaco di Sovico. «Abbiamo concordato la necessità di intervenire con attività educative mirate — commenta l’assessore —. Questi episodi, messi in atto da persone adulte, non possono che essere definiti veri e propri atti di bullismo». L’assessore ha anche avanzato la proposta di adottare iniziative legali mirate: «Sicuramente servono provvedimenti seri contro i genitori violenti e aggressivi, senza escludere la possibilità del Daspo — conclude —. In caso di intemperanze verbali deve scattare l’espulsione dei genitori e nei casi più gravi l’allontanamento di tutto il pubblico presente».