L’attimo fuggente, il professor Keating arriva a teatro
Una storia d’amore per la poesia, il libero pensiero, la vita. La lezione impartita nel film cult «L’attimo fuggente» arriva al Teatro Crystal di Lovere, stasera alle 20.45 e domani alle 16, mentre il 29 novembre sarà in scena al Creberg di Bergamo, per la regia di Marco Iacomelli. L’adattamento è l’unico esistente, scritto per Broadway da Tom Schulman, Premio Oscar per la sceneggiatura originale del film. Nel ruolo del professor Keating che lanciò Robin Williams, c’è Ettore Bassi. «Il pubblico conosce molto bene quella figura, è imprescindibile, io ho voluto ispirarmi a lui, senza pensare di imitarlo, ma onorandolo, aggiungendo la mia personalità», afferma l’interprete barese.
Sul palco ci saranno i sette studenti del collegio maschile Welton, dove, nel 1959, è trasferito l’insegnante di letteratura. Fuori dall’ordinario, vuole che i ragazzi acquisiscano i veri valori della vita, insegnando loro il «carpe diem», a cogliere l’attimo, senza rimpianti, poiché ogni momento che passa non tornerà mai più. Bassi-Keating sale in piedi sulle sedie, in giacca e cravatta, spinge gli allievi a rifondare la setta dei poeti estinti, a trovarsi la sera di nascosto a leggere poesie. Uno di questi, Neil Perry, seguendo la filosofia del prof, si dedicherà al teatro, nonostante il divieto del padre. Una volta scoperto, il genitore sarà furioso. Lui, disperato, si suiciderà, mentre Keating sarà espulso. E la sua classe gli darà l’addio, salutandolo in piedi sui banchi con il famoso «O capitano, mio capitano».
«Il film lancia un messaggio importante, oggi più urgente e attuale che mai, spingendo a seguire i propri sogni, perché è facile lasciarsi condizionare dagli obblighi sociali, far sì che la creatività sia tenuta sotto controllo — ammette Bassi —. Tutti desiderano incontrare un professor Keating che indichi la strada, io l’ho trovato un po’ qui, un po’ là, anche se poi è quella voce che ti spinge a seguire le tue inclinazioni». Altro tema su cui riflettere è l’educazione dei giovani. «I genitori sono braccati, la società li scavalca e indirizza i ragazzi dove fa comodo. E loro, tra social e tecnologia, sono persi», è la sua opinione. Tra le scene più intense c’è quella dove l’insegnante invita gli studenti a camminare: tutti rispondono muovendosi allo stesso modo, per non sentirsi diversi e essere esclusi. «E, invece, ciascuno di noi deve elaborare pensieri propri senza aver paura di non essere accettati, è così che i ragazzi iniziano a muoversi come vogliono, in modo buffo, giocoso, caotico», conclude.
L’attimo fuggente
La trasposizione del film cult con Robin Williams al Teatro Crystal a Lovere