Corriere della Sera (Bergamo)

Ubi abbatte altri crediti deteriorat­i

Recuperati 2,1 miliardi, ora un altro piano da 800 milioni. Ma l’utile sotto le attese scatena la Borsa (-4,84%)

- Di Donatella Tiraboschi

Ubi Banca recupera altri 2,1 miliardi di euro sui crediti deteriorat­i. «Più del 50% è stato recuperato in casa nostra», commenta l’ad Victor Massiah. Oggi i crediti deteriorat­i sono il 9,34% dei crediti lordi. Ma Massiah annuncia un’ulteriore riduzione entro la fine dell’anno. I dati sono stati pubblicati nella terza trimestral­e del 2019, con numeri che non sono stati accolti con grande entusiasmo dalla Borsa: a fine giornata il titolo, a 2,75 euro, ha perso il 4,84%, con quasi venti milioni di pezzi trattati.

In attesa del piano industrial­e che l’ad, Victor Massiah, ha anticipato di poter presentare a febbraio, Ubi ha pubblicato i conti del terzo trimestre. Alla diffusione dei dati, poco prima delle 15, il grafico di Borsa ha registrato un movimento tellurico con una chiusura del titolo, a fine giornata a 2,750 euro (-4,84%) con quasi 20 milioni di pezzi trattati. E verosimilm­ente vendite scatenate.

Una reazione secca, ma da molti giudicata eccessiva del mercato, evidenteme­nte deluso dai risultati. Il dato dell’utile

60,1 milioni di euro l’utile netto di Ubi nel terzo trimestre 2019

netto a 60,1 milioni sul periodo è stato inferiore alle attese degli analisti che avevano fissato l’asticella qualche milione più sopra (da 5 a 12). La flessione sui nove mesi, relativa all’utile netto, è stata del 9%, a 191 milioni di euro, essenzialm­ente imputabile all’incidenza del costo del credito. La valutazion­e del periodo va contestual­izzata, dando un’occhiata più approfondi­ta a tutte le componenti. La più rilevante è che Ubi sta crescendo in solidità. Il CET 1, il principale indicatore di solidità patrimonia­le, passato da 11,43% a 12,09% è il trionfo della politica di recupero interno del credito sofferente. Un lavoro paziente, che costa alla banca in termini di risorse, ma che sta dando risultati. «Ricordo a tutti che noi non abbiamo ceduto la piattaform­a di recupero. Oltre la metà di questi 2,1 miliardi sono stati recuperati in casa nostra», ha tenuto a sottolinea­re Massiah, da sempre sostenitor­e di questo modus operandi: recuperare un credito in sofferenza significa recuperare un cliente. Oggi gli Npl sono il 9,34% dei crediti lordi. «Pensiamo, per l’ultima parte dell’anno, di aggiungere un ulteriore accelerato­re alla riduzione — ha aggiunto Massiah —. Auspichiam­o di arrivare addirittur­a all’8% di non performing loans, attraverso una cessione nell’ambito Real Estate». Un’operazione di cessione

800 milioni il prossimo piano di dismission­i

di sofferenze da 800 milioni con cartolariz­zazione.

Luca Gotti, a capo della macroarea Bergamo e Lombardia Ovest, mette l’accento «sull’ottima performanc­e commercial­e del Gruppo, anche nell’area di Bergamo, caratteriz­zata da una crescita consistent­e della ricchezza finanziari­a. Sul fronte delle imprese persiste una prudenza all’investimen­to. Abbiamo continuato ad assistere quelle aziende che puntano su crescita e di sviluppo».

Fatto in casa L’ad Massiah: metà degli Npl è stata recuperata in casa. Mai ceduta la piattaform­a

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