«Voleva comprare il Parco delle Cornelle»
Tra le intercettazioni telefoniche spunta una conversazione in cui Luca Triberti discute con il padre sul possibile acquisto del Parco delle Cornelle, per 18 milioni.
il carcere, secondo il gip Marina Cavalleri, può fermare uno come Luca Triberti. «Spregiudicatezza». «Scaltrezza». «Sfrontatezza». Sono tutte parole usate nell’ordinanza di custodia cautelare per descriverne «la pericolosità sociale di primario spessore» e «la rilevante caratura delinquenziale», a dispetto della formale incensuratezza. Sapeva di avere i finanzieri addosso, l’imprenditore. Eppure, per l’accusa, era pronto a investire in altri fallimenti. Intercettandolo, gli investigatori scoprono che aveva in mente un ritorno alle origini. Il padre Ottavio, la cui abitazione è stata tra gli obiettivi delle perquisizioni di ieri mattina, aveva iniziato dalla storica Minitalia, poi venduta e oggi rinata come Leolandia. Adesso Triberti si vedeva a capo di un parco divertimenti. È proprio con il padre che riflette sull’acquisto, a 18 milioni di euro, dicono al telefono, del Parco delle Cornelle. Se ci sia mai stata una vera trattativa non è specificato, di sicuro l’affare non va in porto perché ritenuto da loro troppo oneroso. Non si concretizzano nemmeno gli altri ambiziosi progetti «chiacchierati» nel 2018. Da Valbrembo a New Orleans, dalla Florida alla Versilia, è tutto un vagliare parchi e alberghi da acquistare. Lo attirano il Parco della Preistoria di Rivolta d’Adda e il Guglielmotel di Brembate, «in vendita per 8 milioni di euro» e definito «un investimento interessante». Esamina un hotel da 38 stanze vicino a piazza San Marco, a Venezia, e Villa Malliana, ad Almenno San Bartolomeo, all’asta per un milione e mezzo. Ma è soprattutto la Spagna che lo stuzzica. «Questa è roba da portare a casa, non mi interessa come e quando, lo dobbiamo portare a casa», lo incita la moglie Veronica Ghisleni riferendosi a un parco divertimenti a 6 chilometri da Siviglia. Il 27 e 28 novembre con uno dei figli volano in Spagna proprio per costituire le società attraverso cui finalizzare l’operazione.
A proposito della famiglia. Il gip si sofferma sulla separazione «fittizia» tra Triberti e la compagna. La ritiene significativa della sua personalità. «Si professano da tempo separati». Lui, a fine 2017, sposta perfino la residenza a VeSolo nezia. Ma poi si chiamano «amore», ordinano «sovente» cibo d’asporto e «continuano a vivere insieme, e con i figli» nella casa da un milione e 200 mila euro a Bergamo. È dove la Finanza lo ha trovato ieri come nella prima perquisizione dell’indagine lecchese. La separazione, conclude il gip, «appare solo un abile schermo costruito ad hoc con l’unico scopo di proteggere il patrimonio formalmente intestato a Ghisleni». Un obiettivo raggiunto, finora. La casa e lo yacht «Tribe» (come il nome di questa indagine, vale 200 mila euro ed è ormeggiato a Viareggio) erano stati sequestrati e dissequestrati da Lecco. Ora sono ribloccati con un appartamento da 450 mila euro a Seveso e due terreni a Como: via libera al sequestro diretto di 29 milioni di liquidità su tutti i 19 indagati. Solo per Triberti di quasi 10 milioni (il suo presunto profitto illecito), di cui 2,5 anche per equivalente.
Per tornare al gip, sussiste il pericolo di fuga in Spagna o a Santo Domingo, dove il padre ha «un’ampia dimora». Come quello di reiterazione, per la sfilza di progetti in ballo e la «scaltrezza» dimostrata, fra gli altri episodi, quando d’accordo con la moglie fa bonificare la loro Audi Sr3, trova le cimici della Gdf e smette di parlare. E poi per «la fitta rete di relazioni» servita a tessere «strategie illecite con soggetti» non certo candidi. Vedi Fabio Premi, che commette reati, evidenzia il gip, non quando capita ma come «scelta di vita». Enrico Barone, altra figura ambigua, gli chiede, ironico: «Abbiamo trovato un po’ di polletti?». E lui: «Eh, bravo, sai che i poletti si fanno arrosto o al forno. (...). È dieci anni che funziona così». E avanti a ridere. Finora.
Separazione «fittizia» Avrebbe finto la rottura con la moglie per proteggere i beni intestati a lei