L’Europa toglie i servizi a Campione «Noi, senza ambulanza e posta»
Da gennaio l’enclave entra nello spazio doganale Ue. Il governo: nessuna possibilità di deroga
Ambulanze, luce elettrica, acqua potabile, raccolta rifiuti. Il Dday per Campione d’Italia sarà il 1° gennaio 2020, data dell’ingresso del paese nello spazio doganale dell’Unione Europea. I servizi, fino a quel giorno garantiti dalla Svizzera, saranno a rischio e, comunque, costeranno molto di più. Per una comunità in ginocchio, a 16 mesi dalla chiusura per fallimento del casinò, potrebbe essere il colpo di grazia. Come sanno bene i responsabili del Comitato civico, un’associazione spontanea di cittadini, che da mesi invoca uno stop dell’entrata in vigore della direttiva. La petizione promossa dal gruppo ha raccolto più di 1.600 adesioni, praticamente l’intera comunità. Martedì scorso, i residenti sono scesi nuovamente in piazza per chiedere alle istituzioni locali e nazionali di bloccare, o almeno rinviare, l’entrata di Campione nello spazio doganale europeo. «Per la nostra vita quotidiana sarà una rivoluzione — spiegano i portavoce del Comitato civico —. Ci troveremo a fronteggiare una molteplicità di problemi e saranno a rischio addirittura i servizi essenziali e di prima necessità per i cittadini».
A Campione d’Italia, isola più tempo per correre ai ripari. Almeno dovrebbero concedere un rinvio dell’entrata in vigore della direttiva».
Ieri sera, il vice ministro dell’Economia Antonio Misiani è arrivato in prefettura a Como per un vertice urgente sulla situazione di Campione d’Italia. Al tavolo, accanto al prefetto Ignazio Coccia, il commissario che guida l’enclave, Giorgio Zanzi, i rappresentanti sindacali e anche esponenti del Comitato civico. I residenti hanno ripetuto all’esponente del governo quanto la situazione sia disperata.
Misiani però ha lasciato poco spazio alla speranza. «Non ci sono margini per ottenere una deroga all’entrata in vigore del provvedimento — ha spiegato —. Per arrivare a un intervento simile era necessario avviare il lavoro mesi fa, ci sono tempi tecnici e burocratici e scadenze precise. Ora siamo fuori tempo massimo. Discuteremo comunque la situazione con il governo — ha aggiunto Misiani —. La priorità assoluta in questo momento è garantire la continuità dei servizi. Dobbiamo trovare le risorse per risanare le casse comunali e assicurare i servizi ai cittadini».